Alle ore 14, presso la Sala del Mappamondo di Palazzo Montecitorio, la Commissione Cultura, in merito all’indagine conoscitiva sulle Fondazioni lirico-sinfoniche, ha svolto l’audizione del primo ballerino étoile della Scala di Milano, Roberto Bolle.
Roberto Bolle è stato invitato dalla Commissione a fare il punto sullo stato della danza in Italia e non ha risparmiato nessuno.
Il nome di Roberto Bolle ha un suo peso e, nonostante questo grido di dolore sia stato più e più volte urlato in passato da altre personalità in quella stessa sede, finalmente oggi, grazie a lui, ed il prestigio che il suo nome rappresenta nel mondo dello spettacolo, i media hanno dato risalto al “grido di dolore” che è non solo suo ma di tutta la categoria.
Roberto Bolle è partito dal passato ricordando che i maestri italiani sono stati i protagonisti della storia dell’insegnamento della danza , dell’evolversi dei passi e della tecnica sviluppatasi poi in tutto il mondo. Caterina dei Medici, Baldassarino da Belgioioso, Cesare Negri, Cecchetti e molti altri hanno influenzato il mondo intero in modo irreversibile. “Ma il nostro glorioso passato, continua Bolle, sembra stato dimenticato. Non esiste nessuna protezione per la categoria degli artisti ed è stato compiuto un vero e proprio scempio della danza.”
Qual’è la causa del depauperamento di quest’arte? Sicuramente, secondo l’étoile, i veri motivi non sono economici ma piuttosto vi è la mancanza di conoscenza da parte di chi ci ha governati. Molti sovrintendenti amano l’opera, amano la musica ma raramente conoscono ed apprezzano la danza. Spesso non capiscono di danza. “Il Balletto è vittima dell’ignoranza di chi, per il ruolo che ricopre, dovrebbe proteggerlo, promuoverlo e valorizzarlo. La danza è stata sempre la carta più facile da tagliare senza voler tenere conto dei numeri importanti della danza.” Sì perché la danza non produce solo spettacoli ma genera anche l’indotto delle scuole di danza che nel nostro paese sono più di 17.000 con oltre 1 milione e 400000di studenti (più dei ragazzi iscritti alle scuole di calcio). Il rapporto non lascia dubbi su chi è sempre stato favorito: 14 sono le Fondazioni lirico-sinfoniche esistenti sul nostro territorio mentre sono rimasti solo 4 corpi di ballo.
Ecco quindi cosa chiede Roberto Bolle: rimettere in piedi il corpo di ballo dell’Arena di Verona ed il Maggio Fiorentino. Equiparare il punteggio del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo- punteggi massimi attribuibili agli indicatori per la valutazione della qualità artistica per poi avere i finanziamenti) tra lirica e balletto e tra il balletto italiano e quello straniero (avendo questi ultimi lo stesso punteggio non si protegge il prodotto italiano). Incentivare le tournée dei corpi di ballo nazionali tra le Fondazioni. Chiamare le Fondazioni non più lirico-sinfoniche ma lirico-sinfoniche-coreutiche. Istituire un fondo per la salvaguardia dei corpi di ballo e l’incentivo alla reintroduzione dei corpi di ballo.
In ultimo Bolle sottolinea l’impatto sociale che la danza ha formando i giovani di domani poiché trasmette valori etici e morali inculcando anche una ferrea disciplina per il corpo e la mente.
Tra gli onorevoli presenti che sono intervenuti si è riconosciuta una certa colpevolezza per aver dato troppa libertà alle Fondazioni nella gestione dei fondi le quali si sono sempre sbilanciate a sfavore del corpo di ballo. Si percepisce la necessità di una rivalutazione delle scelte fatte in passato traducendo queste intenzioni in provvedimenti concreti per segnare un momento di svolta per il mondo della danza.
Ci uniamo quindi al nuovo grido di Roberto Bolle: “Facciamo della Danza un punto di forza e di rinascita!
Questa volta vogliamo crederci.
📹 Se vuoi vedere l’intervento di Roberto Bolle alla Camera clicca qui: https://webtv.camera.it/evento/19668