PREMI UBU 2020-2021: IL MIGLIOR SPETTACOLO STRANIERO IN ITALIA È “INK” DI DIMITRIS PAPAIOANNOU
Ink, del coreografo Dimitris Papaioannou, coprodotto da Torinodanza Festival / Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e Fondazione I Teatri / Festival Aperto – Reggio Emilia, ha vinto il premio Ubu 2020–2021 nella categoria “miglior spettacolo straniero presentato in Italia”. L’annuncio è stato dato lunedì sera, 13 dicembre 2021, in diretta dal Cocoricò di Riccione e su Rai Radio3, nel corso della trasmissione Radio 3 Suite.
Ink, andato in scena al Teatro Carignano di Torino e al Teatro Municipale Valli di Reggio Emilia, nel 2020, era tra i finalisti del Premio assieme a: Orestes in Mosul di Milo Rau, The mountain di Agrupación Señor Serrano e ULTRAFICCIÓN nr. 1 / Fracciones de tiempo di El Conde de Torrefiel.
Una soddisfazione grandissima per i due festival Torinodanza e Aperto, per due istituzioni come il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale e la Fondazione i Teatri, e per le due città – Torino e Reggio Emilia – unite in una stretta collaborazione per realizzare un progetto unico e originale: «Ringraziamo Dimitris Papaioannou e i suoi collaboratori per la straordinaria creazione di Ink che ha ravvivato la scena italiana nel pieno della pandemia. Lo spettacolo è stato il frutto di una collaborazione tra Torinodanza Festival, Festival Aperto di Reggio Emilia e la compagnia dell’artista greco. Siamo sempre più convinti della fondamentale importanza che hanno sinergie e condivisioni per raggiungere risultati originali, come testimonia il premio Ubu che la produzione ha ricevuto» dichiarano Anna Cremonini e Paolo Cantù, direttori dei due festival.
In Ink, Dimitris Papaioannou ha lavorato assieme al giovane collaboratore e performer Šuka Horn a partire dall’acqua, scoprendo la magia dei suoni che produce e la maestosa presenza del getto e delle gocce d’acqua.
La vicinanza nel periodo di lockdown ha permesso a Dimitris Papaioannou e Šuka Horn di costruire un processo nuovo, che si è rapidamente trasformato in un incontro/scontro tra due personalità molto diverse per età, colori, storie personali. «Avevo pensato di creare un’installazione con alcuni interventi performativi e alla fine ho realizzato uno spettacolo, che è nato da un profondo e personale flusso emotivo, creando uno stato emozionale molto diverso dai miei lavori precedenti» racconta Papaioannou. «Io cerco di capire la vita e di materializzare sul palcoscenico il mio sentire e le mie domande sulla vita e allora incontro gli archetipi. E quando inciampi sugli archetipi, incontri il Mito. Perché questo è ciò che i Miti fanno, visualizzano e raccontano temi universali».