William Forsythe torna alla Scala e con un inedito per la Compagnia scaligera prosegue la sua esplorazione nel tessuto musicale di James Blake.
Dopo aver rappresentato nel corso delle passate Stagioni alcuni dei suoi più famosi pezzi storici, il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala diventa parte del suo sviluppo creativo. Serata William Forsythe – Blake Works V, in scena dal 10 al 30 maggio è il coronamento di un progetto iniziato sette anni fa con Blake Works I, creato per il Balletto dell’Opera di Parigi nel 2016.
Il programma concepito da Forsythe per questa nuova e inedita serata è una suite di balletti costruiti su musiche del compositore britannico James Blake, con pezzi che spaziano dell’inizio della sua carriera fino a composizioni più recenti.
“Ho voluto invitare William Forsythe qui alla Scala a condizione che creasse una nuova coreografia per il corpo di ballo”, dice il direttore Manuel Legris; “a sua volta il coreografo prima di accettare mi chiese di vedere i danzatori rimanendo felicemente impressionato per l’alto livello tecnico raggiunto oggi dalla compagnia.”
William Forsythe arriva in sala con una barba più lunga alla quale ci eravamo abituati in passato e con un sorriso contagioso ed una simpatia innata, desideroso di rispondere alle curiosità di chi poi andrà gli articoli di noi giornalisti. Ci dice: ” Il mio lavoro si basa sulla musicalità estrema richiesta ai ballerini che deriva da un estremo rispetto per la danza.
La coreografia che ho creato per i ballerini della Scala, cioè Prologue, avrei dovuto crearla tempo fa per i ballerini dell’Opéra di Parigi ma sentivo che mi mancava una certa maturità ed oggi, circa 7 anni dopo, sono contento che sia andata proprio così. Questo è un lavoro di sintesi di tanti balletti dove c’era bisogno di avere gli altri due pezzi The barre project, creato su zoom durante la pandemia, e Blake Works I. Ho ricercato ancora di più il senso intrinseco della danza creando un esercizio di ripetizione di passi vicini a quelli della danza di corte. È tremendamente difficile eseguire una sequenza di ripetizioni di passi che col ripetersi della battuta musicale cambiano ritmo. I ballerini devono agire come un orologio e questo richiede grande musicalità e controllo. Senza queste due qualità io non potrei creare ed è entusiasmante quanto i ballerini scaligeri progrediscono nell’esecuzione della coreografia velocemente. Sono convinto che la ripetizione dei passi che si vedrà in scena, che è tipica dello studio della danza, procedendo con leggere variazioni, permetterà allo spettatore di percepire tutta la struttura della danza intrinseca in essa.
The barre Project riflette il momento eccezionale che abbiamo vissuto confinati nelle proprie abitazioni e la necessità estrema in quel periodo di creare tantissimi passi uno dopo l’altro. Ho avuto la grande opportunità di creare in un regime completamente diverso: tramite video call, senza elementi esterni quali, ad esempio, i sindacati (non che non siano importanti intendiamoci), le tempistiche di un teatro e così via. A casa ho trovato la calma e la libertà di non avere il tempo scandito dai dettami del sistema. Non c’era la data da rispettare della Prima: finito il lavoro fu poi spedito in un secondo tempo al produttore. Tutto diverso insomma e l’ho molto apprezzato.
Tutto sommato il mio è un balletto sul balletto ed ogni volta che Black Works I viene montato per una nuova compagnia lo rivedo e modifico. Ecco perché siamo a Blake Works V. Originariamente 4 erano i ballerini , ora sono 16. Ogni ballerino del cast conosce i passi dei restanti ballerini e ad ogni serata il cast ruota. Un lavoro direi immane! Blake Works I fu creato quando l’allora direttore del corpo di ballo dell’Opéra, Benjamin Millepied, se ne era appena andato. Avevo trovato la compagnia traumatizzata, come avviene ai bambini quando i propri genitori divorziano. Si sentivano responsabili di quella rottura, tra il loro direttore ed il teatro, e non si sentivano più all’altezza delle proprie capacità. Abbiamo fatto molti “workshops” per esternare cosa fosse l’essenza della scuola francese, dell’alta qualità di insegnamento. Con questo lavoro siamo riusciti ad omaggiare gli insegnanti dell’Opéra anche attraverso ricerche di archivio.”
E noi non dubitiamo la creatività di Mr. Forsythe, ancora una volta non ci deluderà.