Domenica 12 febbraio, alle 15.30, Ballade di Mauro Bigonzetti e Elegia di Enrico Morelli al Teatro di Tradizione Dante Alighieri di Ravenna
È un doppio ritratto d’epoca ad aprire il percorso danza della Stagione 2023 del Teatro Alighieri: domenica 12 febbraio, alle 15.30, con il titolo Ballade la MM Contemporary Dance Company presenta il dittico di coreografie – Elegia di Enrico Morelli e, per l’appunto, Ballade di Mauro Bigonzetti – che ha debuttato a Modena a novembre.
Nel caso di Ballade sono protagonisti gli anni Ottanta, decennio che ha ormai perduto i propri confini temporali per diventare simbolo di un’era. Bigonzetti li racconta ispirandosi anche al lavoro dello scrittore Pier Vittorio Tondelli, fra le più rappresentative voci di quegli anni, e una drammaturgia musicale che include Prince, l’anarchica genialità di Frank Zappa, la poesia di Leonard Cohen, l’estetica punk ed esistenziale dei CCCP – Fedeli alla linea. L’obiettivo? Recuperare le sensazioni di un’intera generazione, le euforie dissolte, le collettive insensatezze, la sperimentale creatività.
Elegia, su musiche di Chopin e Giuseppe Villarosa, si concentra invece su un oggi dominato dal senso di smarrimento, attraverso una danza corale che racconta la vertigine ma anche la rinnovata speranza di un nuovo inizio. L’appuntamento con la compagnia di Michele Merola incrocia la rassegna ToDay ToDance, in collaborazione con Cantieri Danza.
La Stagione d’Opera e Danza 2023 del Teatro Alighieri è resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia Romagna e del Ministero della Cultura e dal contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna.
Elegia di Enrico Morelli, che è stato in più occasioni ospite della MMCDC, nasce intorno alla musica di Chopin: tra una mazurka e un preludio, la coreografia è dominata dal Concerto n. 1 per pianoforte e orchestra in mi minore. Quel secondo movimento che per il compositore “dovrebbe dare l’impressione di guardare con tenerezza un luogo che riporta alla mente mille cari ricordi” è in evidente contrapposizione alla partitura elettronica, priva di patina romantica, di Giuseppe Villarosa. Per raccontare un presente sempre più globale di cui la pandemia ha svelato la fragilità, le traiettorie degli otto corpi in scena sono dentro e al contempo in opposizione alla musica, in un continuo superamento di se stessi alla ricerca dell’altro, fra esplosioni di gruppo e più teneri passi a due. Frammenti lirici della poetessa cesenate Mariangela Gualtieri – affidati alla voce recitate di Isidora Balberini – sfiorano l’umanità fragile e titubante ritratta dalla coreografia, ora rappresentando un’altra colonna sonora e ora facendosi quasi preghiera che accompagna il rito della danza.
Anche Ballade di Mauro Bigonzetti – fra i più autorevoli coreografi italiani al mondo – ha per stella polare gli amori musicali del suo autore: tra inedite improvvisazioni jazz di Prince al pianoforte in una registrazione realizzata in casa con amici e le canzoni-manifesto della band di Giovanni Lindo Ferretti (brani cult come Annarella e Amandoti), la coreografia si snoda lungo la via Emilia e fra le nebbie padane, affidando ai dieci interpreti i ricordi della generazione punk-sentimentale a cavallo fra anni Settanta e Ottanta. Fattore scatenante di questo tuffo nel passato dev’essere ritrovarsi a creare a Reggio Emilia, che ha visto gli esordi di Bigonzetti nelle fila di Aterballetto, prima come danzatore e poi come direttore e coreografo principale: “Quando arrivai ventunenne a Reggio Emilia nei primi anni Ottanta – racconta nell’intervista a Danza&Danza – in città brulicava un mondo, un gusto, una singolare energia. E Pier Vittorio Tondelli era il faro di tutto questo”. Sulla scia dell’autore di Altri libertini, onnivoro consumatore e conoscitore di rock scomparso a soli trentasei anni nel 1991, Bigonzetti racconta sensazioni e insensatezze di quei giovani presi dalle ballate di Cohen, Zappa e Cave, dalle letture controcorrente, dalle lotte studentesche, a volte perduti all’eroina.