N come Rudolf Nureyev
Rudolf Nureyev è sicuramente ancora uno dei ballerini più conosciuti a livello mondiale, il tartaro acclamato in tutto il globo durante il secolo scorso.
Come ho già avuto modo di scrivere in precedenza, Nureyev era il danseur noble dallo sguardo ammaliante. Aveva una presenza scenica ed un’eleganza che faceva sì che una volta posato lo sguardo su di lui non lo mollavi più.
Di questo danzatore sappiamo quasi tutto, “nato per la danza”, soleva dire. Affermava che l’amore è importante e non se ne può fare a meno, ma diceva anche che lui era “sposato con la danza”.
Interprete di balletti memorabili era solare ed allo stesso tempo malinconico. Questo sguardo, che sembrava sempre guardare lontano, forse era nato proprio all’indomani di quella scelta coraggiosa, fatta a Parigi nel 1961 dove, alla fine di una tournée, in aeroporto, al momento dell’imbarco per rientrare in quella che era all’epoca l’Unione Sovietica, eluse i controlli in maniera rocambolesca chiedendo asilo politico alla Francia, lasciando il suo paese e gli affetti per sempre (tanti anni dopo gli concessero di rivedere un’ultima volta sua madre sul letto di morte).
Come tutti i russi amava le zuppe, sopratutto quelle preparate dalla moglie di Luigi Pignotti, suo fisioterapista prima e poi Manager per più di 25 anni. Nell’intervista che gli feci qualche anno fa mi raccontò della bramosia di lettura che aveva Nureyev, soprattuto quella letteraria. Un giorno in Sicilia svegliò Luigi di buonora perchè doveva assolutamente andare a vedere la casa di Luigi Pirandello. Quest’ultima si trova in una contrada di campagna, a strapiombo sul mare, denominata “Caos”, al confine tra il territorio del comune di Agrigento e quello del comune di Porto Empedocle.