Per l’alto mare aperto è il titolo di questa XXX edizione di Ravenna Festival.
Ravenna crocevia di popoli, città d’acqua adriatica e mediterranea, pellegrina e straniera: ogni anno un tema che ha sempre avuto, talvolta in modo bizantinamente obliquo, Ravenna sia come meta che come punto di partenza. Una Ravenna-Mondo che trova nella Commedia qui scritta – in piccola o grande parte poco importa – la propria Opera-Mondo: universi concentrici che si specchiano in un vertiginoso gioco di rimandi, come forse piacerebbe a Borges. Attraverso Dante, del quale si avvicina il settimo centenario, e al suo Ulisse – che pur tornato a Itaca non poté vincere l’ardore per l’avventura e la scoperta e si rimise quindi “per l’alto mare aperto” (Inf. XXVI, 100) – fino alla Grecia. Sarà anch’essa meta (con Atene) e tema del Festival sotto l’unificante metafora del viaggio e del nostos: viaggio di ritorno alle origini della civiltà occidentale, pur con tutto quell’Oriente che vi si cela e tuttora ci pervade vanificando qualsiasi pretestuoso quanto inesistente scontro di civiltÈ questo lo spirito che ha animato l’ininterrotto percorso del Festival; itinerario che per la XXX edizione viaggia sulle rotte mediterranee e oltre, varcando le Colonne d’Ercole, allorché s’intravede all’orizzonte una montagna e quella montagna è il Purgatorio, centro di una costellazione di temi e percorsi, nella migliore natura errabonda del Festival a cui il nostro pubblico-viaggiatore è abituato.
E se l’immagine (e il suono) del mare aperto non può che rimandare anche a voci che ci chiamano e interrogano, la condizione dell’esilio, tragicamente vissuta da Dante, acquista una dimensione corale di devastante potenza. Forse nessuna bellezza potrà consolarci o tantomeno salvarci, ma il rito dell’Arte, sempre uguale e pur sempre diverso, compie un piccolo miracolo: è un rito di comunione e crea, nell’idem sentire, comunità nell’epoca in cui gli individui sono social piuttosto che sociali.
Così ricominciamo, annum per annum, imbarcandoci con voi per una nuova avventurosa navigazione “per l’alto mare aperto”.
Il trip di Shine! (coreografia di Micha van Hoecke) – nell’anno in cui ricorre per altro il 50° dallo sbarco sulla Luna, l’ultima grande frontiera del viaggio umano – è soltanto una delle traiettorie che attraversano la sezione danza di quest’edizione. Un altro sentiero, quello della Martha Graham Dance Company, ci accompagna dritti nel labirinto del Minotauro. Errand into the Maze è una delle cinque coreografie che la compagnia americana – la più antica del Nuovo Mondo e quella che ha tenuto a battesimo molti dei protagonisti della danza del XX e XXI secolo – presenta a Ravenna, sulle tracce del mito greco di Arianna e del mostruoso inquilino del labirinto. Oltre a questo classico del repertorio, sempre a firma di Martha Graham Diversions of Angels ed Ekstasis, in programma anche Deo di Maxine Doyle e Bobbi Jene Smith (che riprende un altro mito della classicità, quello di Demetra e Persefone) e Woodlanddi Pontus Lidberg.
E se la Martha Graham Dance Company è stata meritatamente definita “una delle sette meraviglie dell’universo artistico”, questa edizione può certo vantare anche un’altra meraviglia: l’Hamburg Ballett ha scelto Ravenna come sola tappa
italiana, per una doppia data che presenterà tre coreografie mai viste prima in Italia e offrirà occasione di celebrare gli 80 anni di John Neumeier, direttore artistico e nume tutelare della compagnia tedesca. Il trittico – Beethoven Fragments, At Midnight, Birthday Dances– è anche una dedica rispettivamente a Beethoven (anticipandone il 250° dalla nascita che si celebrerà l’anno prossimo), Gustav Mahler e Leonard Bernstein (di cui è appena trascorso il 100° compleanno).
Un’altra leggenda della musica è invece la stella polare del percorso che ha portato il ravennate Gruppo Nanou a creare We Want Miles, addentrandosi nella metodologia improvvisativa e compositiva dello sterminato lavoro di Miles Davis per riscrivere il proprio linguaggio coreografico (ma in a silent way, senza tromba).
Tappa finale del percorso estivo di questo trentesimo Festival, una pioggia di stelle: quella del galà internazionale Les étoiles, per il quale – in passi a due in volo e sulle punte – il 16 luglio si esibiranno ballerini dalla tecnica sfavillante, capaci di viaggiare dagli amatissimi brani del repertorio classico a lavori moderni e sofisticati.