Il 7 dicembre si festeggia S. Ambrogio ma quest’anno a Milano non c’è stata la tradizionale prima della Scala, la tradizionale serata che i milanesi conoscono bene perché è quella che dà inizio alla nuova stagione, quella di cui tutti i giornali parlano, non solo quelli italiani.
Ieri sera si è tenuto alla Scala di Milano “A riveder le stelle”, uno spettacolo che passerà alla storia perché, nonostante la pandemia ed il teatro chiuso, si è voluto regalare in mondovisione un segno di speranza ma sopratutto, si è voluto celebrare la bellezza dell’arte andando dritti al cuore.
In sala, al posto del pubblico, visibilmente commosso, il Direttore Riccardo Chailly con gli orchestrali. Sul palcoscenico, posato “magicamente” sull’acqua, una parata di stelle che hanno fatto vibrare le corde dell’anima di chi stava a casa. Ildar Abdrazakov, Roberto Alagna, Carlos Álvarez, Piotr Beczala, Benjamin Bernheim, Eleonora Buratto, Marianne Crebassa, Plácido Domingo, Rosa Feola, Juan Diego Flórez, Elīna Garanča, Vittorio Grigolo, Jonas Kaufmann, Aleksandra Kurzak, Francesco Meli, Camilla Nylund, Kristine Opolais, Lisette Oropesa, George Petean, Marina Rebeka, Luca Salsi, Andreas Schager, Ludovic Tézier, Sonya Yoncheva: tutti artisti che hanno risposto entusiasti alla chiamata del grande teatro di cui sono ormai di casa.
Questa serata è stata ancora più speciale perché, contrariamente a quanto avviene alla prima che si apre sempre con un’opera, erano presenti anche i ballerini del teatro e l’Étoile Roberto Bolle.
Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko hanno ballato sulle musiche di Tchaikovsky il passo a due de La Bella addormentata di Nureyev, precisi in questa coreografia tecnicamente complessa e affiatati nelle prese in seguito ai voli spettacolari della ballerina.
Piacevole la coreografia creata dal neo direttore del corpo di ballo Manuel Legri su musiche di Verdi per i primi ballerini Martina Arduino, Claudio Coviello, Nicoletta Manni, Virna Toppi ed i solisti Marco Agostino e Nicola Del Freo.
Roberto Bolle ha danzato nuovamente Waves di Massimiliano Volpini, lavoro affascinante per l’innovata presenza di raggi laser con cui l’Étoile sembra giocare tra la luce e gli spazi nel buio del teatro. La musica di Davide Boosta Dileo che bene si sposa con la contemporaneità della coreografia ad un certo punto si ferma e lascia spazio alla dolcezza del piano di Erik Satie; appaiono così, con una luce appena accennata, le colonne dei palchi che ben conosciamo e l’emozione è ancora più forte.
Magnifica regia di Davide Livermore, riprese in diretta mai viste dall’alto del teatro, di piazza Scala e del duomo, in una Milano bagnata dalla pioggia battente e deserta, nonostante mancassero ancora alcune ore al coprifuoco delle 22.
Un ritorno alla bellezza che sembra mancare ormai da secoli e che ha stretto in un unico abbraccio il grande pubblico e tutti gli artisti non solo presenti ma del mondo intero.