ATERBALLETTO CON IL DON GIOVANNI DI JOHAN INGER
La compagnia a Modena con lo spettacolo vincitore del Premio Danza&Danza 2020
La compagnia Aterballetto andrà in scena venerdì 13 maggio alle 20.30 al Teatro Comunale di Modena con Don Juan, spettacolo vincitore del prestigioso Premio Danza&Danza quale “Miglior Produzione” 2020. Firma la coreografia lo svedese Johan Inger, ballerino e poi coreografo del Nederlands Dans Theater, quindi direttore artistico del Cullberg Ballet di Stoccolma e coreografo per importanti compagnie come Ballet Basel, Swedish National Ballet, Compañía Nacional de Danza, Lyon Opera Ballet e Les Ballets de Monte Carlo, nonché vincitore del Premio Benois de la Danse e di due precedenti premi Danza&Danza.
La coreografia nasce dal desiderio di Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico antico e ancora contemporaneo. La commedia originale di Tirso de Molina, Molière, Bertold Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar sono solo alcune delle fonti d’ispirazione: Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl hanno consultato ben venticinque diversi testi ispirati al personaggio per arrivare alla loro originale versione coreografica. Nello spettacolo troviamo tutti i personaggi della storia, da Donna Elvira a Donna Anna a Zerlina e Masetto, una creazione in cui la danza diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri, e svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena. Ancor più importante è la connessione con la contemporaneità, disegnando un mondo abitato da un personaggio che attraversa il percorso della propria solitudine senza sfuggire a quella superficialità che sembra proprio caratterizzare i nostri giorni. E sullo sfondo si illuminano temi rilevanti, tra i quali certamente la complessità del dialogo tra generi. Sulla partitura originale per orchestra di Marc Álvarez, 16 danzatori di Aterballetto raccontano il Don Juan in un atto unico, immersi in uno spazio scenico, curato da Curt Allen Wilmer, senza indicazioni definite dal punto di vista geografico o storico: un labirinto di strutture mosse a vista dai ballerini. Decisamente connotati sono invece i costumi grazie all’invenzione visiva di Bregje van Balen.
“Quando affronto una creazione narrativa mi sforzo di trovare una mia visione, un motivo, una ragione che giustifichi la voglia di affrontare quel particolare personaggio letterario – racconta Inger -. Non è però una versione tradizionale, pur nella fedeltà alla storia. Ho scelto di indagare la figura di Don Giovanni perché penso sia una grande sfida confrontarsi con un mito, e forse lo è anche di più con Don Giovanni per il suo carattere molto discutibile. Avvicinarmi a un personaggio così complicato, sforzarmi di spiegarlo, mi ha spinto a mettere in discussione il comportamento maschile. In verità non è un ‘carnefice’ anche se, man mano che scivola in più guai, finisce per diventare un assassino. Don Juan è un giocattolo nelle mani delle donne, è una ‘vittima’ che riesce in realtà a dare alle donne che incontra quello che vogliono: a Zerlina l’ultima avventura prima del matrimonio e della vita coniugale; a Tisbea l’illusione che sia lei a condurre il gioco sessuale; a Donna Ana la passionalità e il piacere che il marito Ottavio non sa darle”.