In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che ricorre il 25 novembre, la Fondazione Teatro Goldoni di Livorno e il Centro di Produzione della danza Cango/Firenze producono la creazione coreografica di Virgilio Sieni , Canti d’Allenza.
Lo spettacolo è in prima nazionale il 18 ottobre al Teatro Goldoni di Livorno e vede protagoniste nove danzatrici, delle quali cinque giovani under25 e 44 cittadine di Livorno, al fine di promuovere la cultura della parità e dell’alleanza attraverso le generazioni e trovare nuove strade per la tutela dei diritti umani delle donne vittime di violenza, da millenni picchiate, umiliate, uccise, violentate e discriminate non perché fragili ma, perché, rompono un assetto di potere maschile consolidato.
Sostiene il progetto il centro antiviolenza Ippogrifo, che dal 1987 opera sul territorio.
Per la parte musicale, Virgilio Sieni ha commissionato a Claudio Laucci, giovane compositore del Conservatorio Pietro Mascagni di Livorno, l’elaborazione di una partitura inedita. A prologo, si inserisce la breve composizione eseguita dal vivo per chitarra di Niccolò Chiaramonti.
«Donne alleate che tracciano l’esserci con la forza di un urlo che deflagra in cerimonie fisiche. Danzatrici e cittadine s’incontrano nel segno di un’esperienza che intende esprimersi attraverso una pratica di complicità e d’alleanza.
Lo spazio dell’azione, al pari di una piazza pubblica, ospita una danza di denuncia e accusa; flusso continuo, senza sosta, inarrestabile: uno sguardo vigile, urgente, edificato dal loro sentirsi complici e libere.
La danza si compone di sequenze coreografiche brevi dove l’una si riversa nell’altra secondo risonanze che alimentano la visione sul sentimento di reciproca solidarietà.
Le donne impegnate nella costruzione di questa alleanza elaborano con forza e coscienza il loro venir meno dei gesti e posture della quotidianità per adottare un modo di operare, quello della danza, che rovescia lo spirito dell’esserci, creando nuove posture per escluderne altre. Il farsi della danza, l’attenzione meditata al gesto condiviso, al respiro comune, diviene dunque un atto che cerca la novità nelle forme di resistenza e rigenerazione per una comunità nascente. Appare un atlante di esclamazioni e interrogazioni sulla vita, l’essere in vita, il rispetto della vita, allearsi per la sopravvivenza, combattere per la vita».
(Virgilio Sieni)