La compagnia belga Peeping Tom di Gabriela Carrizo e Franck Chartier torna protagonista a Torinodanza Festival con S 62° 58’, W 60° 39’ nuova creazione firmata da Franck Chartier che debutterà in prima nazionale alle Fonderie Limone di Moncalieri, il 24 e 25 ottobre 2023, alle ore 20.45.
Dopo le date torinesi, lo spettacolo sarà il 28 e il 29 ottobre 2023 al Teatro Municipale Valli per Festival Aperto / Fondazione I Teatri – Reggio Emilia.
Lo spettacolo è in lingua inglese con soprattitoli in italiano ed è consigliato a un pubblico adulto (sono presenti scene di nudo integrale). S 62° 58’, W 60° 39’ è presentato in convenzione con il Festival delle Colline Torinesi.
In un paesaggio artico, una barca a vela è prigioniera delle acque polari. Impotenti, senza speranza, i membri dell’equipaggio sono isolati dal resto del mondo. Le coordinate GPS – S 62° 58’, W 60° 39’ – indicano la loro posizione precisa: Deception Island (Isola della Delusione). L’equipaggio della nave si trova di fronte a una situazione impossibile: sopravvivere. Non è chiaro come siano rimasti bloccati. Ma prima di poterlo capire un interprete si rivolge al suo regista: i membri dell’equipaggio tornano a essere performer, cercano di creare qualcosa dal nulla. Le condizioni di vita sono dure, le giornate infinite. Sono bloccati in un ambiente implacabile, un vuoto glaciale, una pagina bianca. In questa nuova opera, il regista Franck Chartier, insieme a sei interpreti, crea un paesaggio ostile in cui movimento e teatro si fondono. La scenografia, co-progettata dall’artista Justine Bougerol e da Peeping Tom, mostra uno spazio obliquo e luminoso. Una barca emerge dall’acqua gelida davanti a uno sfondo illimitato, un luogo dove tutto è immobile. È in questo spazio che le emozioni sono libere di esprimersi in tantissimi di modi: è il conto alla rovescia di una vita, una storia incarnata degli anni passati e una valutazione di ciò che resta. In S 62° 58’, W 60° 39’ le voci degli interpreti e l’uso del testo sono in primo piano, sottolineando l’importanza delle parole e del significato nel contesto di un processo artistico. La prova di sopravvivenza di un equipaggio bloccato nell’Artico diventa essa stessa un tentativo di sopravvivere alle condizioni della creazione. Nella ricerca della verità, emerge una nudità emotiva. Agli interpreti viene chiesto, a volte imposto, di usare i loro sentimenti più profondi per generare determinate fisicità e stati emotivi. Per molti artisti, il lavoro può diventare un potente mezzo per affrontare traumi passati ed emozioni profonde. Per alcuni, tuttavia, rimanere così vicini al proprio dolore diventa malsano. Gli artisti possono trovare una via d’uscita dall’oscurità? O è la luminosità della pagina bianca, di quel paesaggio bianco, a ferirli maggiormente? Tutto è un valido mezzo di creazione: il dramma è rilevante, il dolore un importante strumento coreografico, il pudore una trama specifica, il rimpianto un colore sfumato. Tutto serve a rispondere alla domanda: che cos’è un artista? Cosa comporta? Quali sacrifici sono necessari? Questo spettacolo permette di osservare da vicino il funzionamento interno alla creazione.