David Parsons, Direttore artistico della compagnia che porta il suo nome (Parsons Dance) è a Milano per il tour italiano che vedrà i suoi ballerini esibirsi sul palco del Teatro Nazionale dal 1 al 3 di marzo.
L’ufficio stampa che promuove lo spettacolo ha radunato pochi scelti giornalisti per una colazione insieme a David.
Ci ritroviamo dunque in pochi radunati attorno ad un tavolo in una saletta privata di un bistrot in centro a Milano. Di immediato qualcuno chiede se il clima politico che si respira oggi, dove si vedono ergere muri tra nazioni e nascere incomprensioni tra paesi un tempo amici, influenzi la danza. La danza è un’arte che pare non avere frontiere, che parla un linguaggio universale senza fare distinzioni. Prima di rispondere il coreografo americano si accerta bene di aver capito la domanda e che quest’ultima non abbia a che vedere con i suoi orientamenti politici.
Sicuramente da giovane le grandi tematiche politiche hanno influenzato le sue creazioni. Ad esempio “Ring Around the Rosie” (1993) è stato creata pensando alle piaghe dell’umanità (peste nera, ebola, AIDS). Tutte queste piaghe, nonostante abbiano nomi diversi, sono problematiche umanitarie che si ripresentano ciclicamente. Afflizioni, devastazioni che non possono essere affrontate da un singolo paese e che alla fine colpiscono tutti. Ad anni di distanza dalla creazione di quella coreografia, che vedeva muovere i ballerini in cerchio proprio per dare il senso della caducità e del ciclo del ritorno, per David Parsons nulla è cambiato perché anche se viviamo in democrazia e la civiltà si è evoluta, le grandi problematiche che coinvolgono l’umanità intera sono sempre presenti.
Tre sono le nuove coreografie in programma nel tour italiano.
Eight Women: commissionata a Trey Mcintyre, che omaggia la regina del soul recentemente scomparsa Aretha Franklin.
Reflections (anteprima europea ): con questo lavoro sul Clair de Lune di Claude Debussy (abiti firmati Missoni), David Parsons vuole celebrare la ballerina Abby Silva Gavezzoli che ha ballato per lui per più di 14 anni e che ora vive in Italia dove ha conosciuto, proprio durante un tour italiano, il marito Marco.
MicroBurst: nata da un momento di crisi creativa ma che la musica suonata su tabula (da Avirodh Sharma), ascoltata per caso in una sala da ballo, ha contribuito a fare scaturire un nuovo stile che sorprende lo stesso Parsons e che dice non volere aver niente a che fare con il suo stile precedente. Un assaggio di questi movimenti scoppiettanti? Due chiacchiere con David Parsons?
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