Ieri sera abbiamo assistito ad una Giselle inedita.
Ottima idea quella di Manuel Legris di mostrare, attraverso lo schermo televisivo, una Giselle con due cast nei ruoli principali: Martina Arduino con Claudio Coviello nel I atto e Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko nel II. Così facendo ha reso la visione del balletto sullo schermo, solitamente meno attrattivo rispetto alla visione in teatro, sicuramente più interessante.
Inoltre, il nuovo direttore della compagnia scaligera, ha permesso agli appassionati del balletto, di poter vedere, nei giorni precedenti alla messa in onda su RaiPlay, due masterclass dirette dalla Giselle di sempre, Carla Fracci, che ha cercato di trasmettere ai ballerini il suo vissuto, “il gesto al posto della parola”, come lei stessa dice.
Questi 3 giorni di balletto, seppur in streaming, sono stati un grande regalo per il pubblico ormai da troppo tempo privato dal poter andare a teatro a causa della pandemia.
Non capita tutti i giorni di potere assistere alla “pulizia” finale e messa a punto di un balletto, così come se si fosse tutti in sala prove. Nessuno poi si sarebbe aspettato il ritorno della leggendaria signora della danza alla Scala, che mancava ormai da più di un ventennio (il Teatro alla Scala scrive che la sua ultima apparizione sia stata in Chéri di R. petit nel 1996 in realtà io la ricordo in Excelsior nel 1999).
Martina Arduino era al suo debutto in questo ruolo ed ha bene interpretato la sua Giselle, affiancata da un Albrecht, Claudio Coviello, ormai a suo agio nella parte. Sicuramente la maturità e le nuove occasioni miglioreranno ancor di più l’interpretazione di questa splendida ballerina.
La coppia Manni/Andrijashenko ha dimostrato di aver interiorizzato quanto trasmesso dalla grande étoile danzando mai come fino ad ora una Giselle che è riuscita a raggiungere gli animi di chi era a casa davanti al televisore.
Ci manca il teatro, ci mancano i nostri artisti, ma di questa serata siamo davvero grati perché ha risvegliato l’amore profondo per l’arte della danza e molti probabilmente ieri sera si sono sentiti meno soli.
Ci auguriamo che la prossima volta, se di streaming si dovrà ancora parlare, la Rai abbia il coraggio di trasmettere il balletto su uno dei principali canali, al fine di dare la giusta importanza che quest’arte si merita.