Domenica 17 novembre l’appuntamento con il Festival Exister prevede una serata presso DanceHaus Susanna Beltrami con LA MADRE FOLLE di Giada Vailati e SYN di Vittoria Franchina.
La Madre Folle
La Natura esiste come sistema perfetto di cicli eterni di nascita, vita e morte. Ogni creatura viene al mondo come membro inconsapevole di questo grande progetto, compreso l’uomo. Tuttavia, quest’ultimo non si limita ad esistere senza volontà, ma osserva il disegno cercando di coglierne l’origine, l’archetipo. L’evoluzione del pensiero nel corso dei secoli ha portato a plasmare una vera e propria immagine dell’origine dell’uomo, nota come la Grande Madre, entità metafisica dai sentimenti umani: generosa e accogliente quando dona la vita ai propri figli, crudele e terribile quando si riprende il principio creatore attraverso l’uccisione degli stessi. In un poemetto grottesco del XIII secolo l’autore, anonimo, dipinge la Grande Madre come una strega che cattura ed ingerisce un giovane cavaliere per poi rimetterlo al mondo una volta avvenuta la digestione in forma nuova e consapevole, munito di volontà e coscienza necessarie per muoversi nel mondo adulto. La generosità della Madre Folle è estremamente corporea, passa attraverso le sue viscere: la consapevolezza viene data in dono al figlio non tramite il verbo, bensì il corpo. A questo rito di passaggio, indispensabile affinché la nostra presenza nel mondo non sia casuale ma volontaria, noi tutti approdiamo prima o poi. La Madre Folle, di e con Giada Vailati, trae spunto dall’anonima chanson de geste e ne interpreta due momenti, due istanti del climax circolare di questo rituale di consapevolezza: una danza prima grottesca, istintiva e radicalmente naturale evolve in un linguaggio estremamente nitido e ripetitivo, una corsa verso la conquista della consapevolezza, della capacità di scegliere, della volontà.
Syn.
“Syn” è la parola greca che sta per “insieme”, “unito”. Due corpi sono legati così strettamente da diventare una cosa sola: ma cosa succederebbe se all’improvviso questo “insieme” si spezzasse? L’ispirazione della ricerca proviene dal “mito delle metà” di Aristofane che spiega l’istintivo desiderio per altri esseri umani.