La foto di Sarcasmen di Hans van Manen non passa, è materiale che scotta.
Facebook ha censurato la foto di Nicoletta Manni e Claudio Coviello in Sarcasmen “dal momento che include un’immagine o un video impegnate in attività seduttive o atti sessuali impliciti”.
Ora io non so quale sia il metro di valutazione di questo social network, intento a non pubblicare atti che possono ledere il buon costume, ma ovviamente questo è tutto un equivoco.
L’articolo in oggetto con relativa foto è stato pubblicato sul mio blog il 22 gennaio ( https://wp.me/panEca-1bD ) ed è intitolato “La parola ai protagonisti della serata van Manen – Petit alla Scala”.
Non so come funzioni il controllo delle inserzioni che vengono pubblicate su Facebook ma provo trarre qualche ragionamento. Fb, come spesso viene menzionato in abbreviazione, nasce negli Stati Uniti, paese notoriamente falsamente pudico, con l’intento di creare delle nuove conoscenze sul web con scambio di informazioni tra persone che si conoscono e non. E’ indubbio che nel tempo questo mezzo di comunicazione, divenuto universale, abbia dovuto mettere dei filtri. Infatti una delle motivazioni del rifiuto della mia inserzione recita: “non può promuovere prodotti o servizi per adulti che mettono in evidenza il piacere sessuale”. Ma la foto in questione (foto scattata da Marco Brescia e Rudy Amisano, fotografi ufficiali del Teatro alla Scala) accompagna un mio articolo che parla di una serata alla Scala, è tratta da Sarcasmen, balletto di Hans van Manen rappresentato in tutto il mondo.
Mi domando, dunque, chi ci sia dietro a questa censura assurda. Non sono un’informatica ma è evidente che ci sia un primo filtro automatizzato fatto di logaritmi che individua in primis la nudità come concetto facilmente censurabile e poi blocca tutto ciò che riguarda mano-parti intime, ecc. Effettivamente ho già notato in passato che tutte le volte che pubblico un torso nudo di un ballerino l’analisi della mia inserzione dura ore invece che pochi minuti. Fin qui ci può stare. E’ come pensare a tanti robottini che si passano la palla, anzi l’articolo, con la foto a torso nudo. Il primo dice: “SOS nudo”, il secondo dice: “SOS parzialmente nudo”, il terzo: “SOS torso nudo””, il quarto: “SOS torso nudo che balla”, il quinto: “SOS artista a torso nudo che balla” e via dicendo fino a dare il fatidico OK.
Nel caso della foto di Sarcasmen evidentemente il robottino si è fermato a “SOS. Allarme rosso. Mano su organo maschile”, “SOS piacere sessuale”. Non vi è un robottino che legge l’articolo? Non c’è nessuno che individua “Serata van Manen – Petit alla Scala” e quindi possa dare l’OK per un articolo su un balletto?
Sì, c’è ma evidentemente il team preposto per valutare ciò che è materiale per adulti e ciò che è arte è semplicemente ignorante. Nonostante le mie spiegazioni scritte mi è stato risposto che il mio articolo non è stato approvato perché “il contenuto dell’immagine presenta prodotti o servizi per adulti, Cordiali saluti. Valentina”.
Hans van Manen se la ride. Sarcasmen ha colpito ancora. E anch’io me la rido.