3 ottobre ore 20.30 Teatro Elfo Puccini Milano
Una cascata semicircolare di fili bianchi accoglie e illumina i nove interpreti, creatori di una viscerale danza di bellezza sulla percussiva partitura musicale dei Lautari. Il primo verso de La Beauté di Baudelaire diviene scultura in Rodin e in Zappalà.
A partire dal corpo, tutto incomincia e tutto si consuma ed esaurisce; e la bellezza del corpo considerato come santuario laico dell’umanità è un “pensiero” da difendere e incoraggiare in una contemporaneità dove bellezza, corpi e laicità sono sempre più oltraggiati.
Il titolo dello spettacolo è suggerito dalla scultura di Rodin che a sua volta è ispirata al primo verso di una poesia di Baudelaire La Beauté: «Je suis belle, ô mortels! comme un rêve de pierre». Il sogno di pietra si trasfigura nel movimento attraverso una lingua che ha la sua grammatica e la sua sintassi nei nervi e nelle giunture, nei fremiti e nei sussulti.
In questo spettacolo Zappalà abbandona quasi del tutto ogni finzione drammaturgica per sviscerare ed esaltare fino in fondo il linguaggio della sua Compagnia. Quella di I am beautiful diventa così una danza che assume come categoria fondamentale quella della visceralità «intesa e vissuta come nel mondo contadino, cioè come qualcosa di familiare e quotidiano, naturale». (da Soltantodi Jan Twardowski)