“La storia del teatro per decenni ha sistematicamente escluso, cancellato o omesso le registe, le scenografe, le drammaturghe, le illuminotecniche (…). Il teatro è stato – e parzialmente continua a essere – un luogo di grande discriminazione, come dimostrano le statistiche di impiego”.
Con queste parole si apre l’introduzione di Scenografe, il libro scritto da Anna Maria Monteverdi, ricercatrice di Storia del teatro all’Università statale di Milano.
Che vergogna! E dire che se leggiamo le pagine di questo libro scopriamo che la storia del teatro è costellato dalla presenza femminile di grandi lavoratrici e artiste quali sono le scenografe.
Tra le grandi disegnatrici di scene e di costumi per i balletti vengono indicate Natalia Gončarova che ha lavorato per i Balletti Russi di Diaghilev e Luisa Spinatelli alla quale sono stati commissionati innumerevoli lavori da parte del Teatro alla Scala; più recentemente le sono state affidate le nuove produzioni di Le Corsaire nel 1919, Sylvia e, per la stagione corso, La bayadère di Nureyev. Mi fa inoltre piacere indicare che il libro riporta una parte della mia intervista fatta proprio a Luisa Spinatelli. Citata anche Lila De Nobili da uno scritto riportato di Mauro della Valle, che lavorò alle scene di Ondine per Frederick Ashton.
Per gli addetti ai lavori e per gli appassionati di teatro, dunque, Scenografe è un libro che attesta finalmente nero su bianco l’esistenza e l’importanza dei lavori delle donne scenografe del nostro tempo, più precisamente dal ‘900 ad oggi.