Ieri sera Martina Arduino ha debuttato in Boléro ed ha conquistato il pubblico della Scala.
Sono stata forse tra le prime ad intervistare questa ballerina sconosciuta quando appena, un anno fa, il direttore del corpo di ballo, Frédéric Olivieri, gli aveva affidato il suo primo ruolo importante, quello di “Giulietta” nella coreografia di MacMillan. Fresca di diploma Martina Arduino aveva risposto decisa alle mie domande. La riservatezza di fondo ed un pò di timidezza (del tutto normale visto la giovane età) non le avevano impedito di raccontare nei dettagli il suo personaggio che era stato studiato nei minimi particolari a conferma di un carattere meticoloso ed esigente ( Potete ascoltare l’intervista audio del 3 gennaio 2017 sul blog).
Ieri sera Martina Arduino si è esibita per la prima volta sul famoso tavolo rosso nella coreografia di Béjart. Ballare Boléro è, a parer mio, un ruolo per pochi eletti, un ruolo che Béjart affidava solo alle star della danza, a ballerini dal carisma e dalla personalità spiccata. Confesso che ieri sera ero un po’ scettica. Martina , invece, ha rivelato di avere non solo quelle doti innate che già si sono evidenziate in quest’ultimo anno, ma una personalità ed una presenza scenica fuori dal comune. A soli 22 anni questa ballerina ha dimostrato di avere, in così poco tempo, interiorizzato e fatto suo questo ruolo; sono sicura che Béjart ne andrebbe fiero. Fin dalle prime note musicali, quando si è accesa la luce sulla sua mano, ho visto delle dita e poi delle braccia lunghissime, degli arti parlanti; così come poi, a mano a mano che il ritmo cresceva, la ballerina è cresciuta con lui, senza però abbandonarsi del tutto, dosando scientemente il suo eros. Martina si è infatti concessa sapientemente poco per volta, lasciando che la musica di Ravel incalzasse ed inebriasse non solo gli uomini che si muovevano attorno al tavolo ma tutti coloro che avevano gli occhi puntati su di lei, fino a raggiungere un’estasi corporea ed insieme musicale unisona.
Brava Martina Arduino e bravo il tuo direttore, Frédéric Olivieri, che ha creduto in te ed ha visto in te una stella. Ho applaudito forte insieme al pubblico esultante (in mezzo a chi accendeva la lucina del telefonino per rileggere sul programma il tuo nome e memorizzarlo) felice, perché ormai consapevole, che ci regalerai in futuro tantissime emozioni.