Mauro Astolfi con lo Spellbound Contemporary Ballet omaggia Rossini
Rossini Ouvertures, creazione di Mauro Astolfi per Spellbound Contemporary Ballet, celebra la figura artistica ed umana di Gioachino Rossini, di cui nel 2018 ricorrono i 150 anni dalla morte.
Lo spettacolo, a cui la città di Pesaro, insieme a AMAT, partecipa come coproduttore, è inserito nel ricco programma delle celebrazioni rossiniane che copre il quadriennio 2016-2019.Lo spettacolo ha debuttato il 25 Febbraio 2017 al Teatro Rossini di Pesaro.
La lettura dello scritto di Augusto Benemeglio su quella “follia organizzata” che fu la vita di Rossini ha rappresentato il momento illuminante per Mauro Astolfi nella creazione della sua coreografia, insieme a un’immersione musicale continua e ripetuta durata ventiquattro ore che l’ha definitivamente sedotto e risucchiato all’interno del mondo rossiniano. Una fascinazione per una genialità prorompente e inebrianteche conviveva con un profondo mal di vivere, per una personalità fortissima ed energetica che, al limite del bipolarismo, ha creato opere musicali di grazia assoluta ed eterna.
Nello spettacolo Astolfi immagina una grande parete, la parete dei ricordi, in cui Rossini nascondeva il suo cibo, i suoi vini; la casa dove ospitava gli amici e i compositori, ma anche la gente comune con cui amava scherzare e condividere la quotidianità. Una proiezione della mente di Rossini, piena di sportelli, ripiani, nascondigli a separare un mondo dall’altro. In questo spazio si aggira un inquilino, una figura antropomorfa, nera, una macchia che comunica con lui, si insinua nei suoi sogni, striscia dentro al suo letto per poi sparire, ma mai del tutto, a scandire lo scampolo di tempo che rimane, ma anche i lunghi periodi passati a combattere disagi fisici e psichici di ogni sorta. La macchia nera è la personificazione della paura della morte, della malattia, ma forse anche un consigliere e, paradossalmente, in certi momenti, l’unica certezza della sua vita.
Nelle lunghissime notti tormentate dall’insonnia, Rossini viveva ormai in due mondi che a momenti si avvicinavano fin quasi a toccarsi e solo grazie alla sua infinita capacità creativa e alla passione per i piaceri dei sensi, per la cucina, il sesso, riusciva momentaneamente ad anestetizzare quanto accadeva nel suo corpo e nella sua mente.
La sua musica estrema, segno di forza ed energia superiori, ha ispirato ad Astolfi la creazione di una danza ugualmente “estrema”, carica di energia e vitalità, di incontri, seduzioni e suggestioni.
Al Teatro Carcano di Milano da venerdì 18 a domenica 20 maggio 2018