Lunedì 28 aprile 2025 alle 20 torna sul palcoscenico del Piermarini il tradizionale appuntamento con lo spettacolo della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala diretta da Frédéric Olivieri.
Ad accompagnarle l’Orchestra dell’Accademia, diretta da Pietro Mianiti, con la partecipazione dei Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici.
Lo spettacolo offrirà uno sguardo dinamico sul percorso di crescita tecnica e artistica che stanno compiendo i futuri protagonisti della scena di domani, grazie a un programma che li sfida nell’interpretazione della tradizione classico-accademica come nella coreografia contemporanea. Ed è proprio con il linguaggio di oggi che i danzatori si misureranno nella nuova coreografia entrata nel repertorio della Scuola, Rossini cards di Mauro Bigonzetti. Questo titolo si affianca alle riprese di New Sleep (Duet) di William Forsythe e alla Suite da La strada di Mario Pistoni, affrontate per la prima volta nella scorsa stagione.
Il programma si apre, come sempre, con la Presentazione ideata sugli Études di Carl Czerny da Frédéric Olivieri, recentemente tornato alla testa anche del Corpo di ballo scaligero, un vero e proprio compendio visivo degli otto anni di studio, un’istantanea della progressione che conduce i giovani talenti dai primi fondamenti ai virtuosismi più ricercati, mostrando l’evoluzione della tecnica man mano che si susseguono in scena i vari corsi.

Con New Sleep (Duet) gli allievi della Scuola si confrontano nuovamente con il vorticoso dinamismo delle creazioni di William Forsythe. Dopo The Vertiginous Thrill of Exactitude e In the Middle, Somewhat Elevated,interpretano un elettrizzante duetto del grande coreografo statunitense, un estratto con varianti dall’originale pezzo creato nel 1987 per il San Francisco Ballet. La versione scelta per gli allievi dell’Accademia andò in scena nel 2011 per un Gala, i cui interpreti erano Katherina Markowskaja del Bayerische Staatsballett di Monaco e Noah Gelber. Un pezzo in cui la cifra decostruzionista di Forsythe emerge con tutta la sua forza grazie ai movimenti off balance che sfidano l’equilibrio del corpo e ai ritmi martellanti della musica di Thom Willems, intrisi di sonoritàurbane insistenti. Costumi essenziali rigorosamente total black.
Kathryn Bennetts, chiamata dal coreografo al Frankfurt Ballet nel 1989 e già sua partner ai tempi in cui danzavano per lo Stuttgart Ballet, anche in questa occasione, dopo l’esperienza dello scorso anno, ha seguito gliallievi nella preparazione del pezzo.
Creazione astratta, libera da qualsiasi gabbia drammaturgica, non una storia ma quadri di vite parallele: immagini, cartoline, icone drammatiche e situazioni buffe. Questo è Rossini cards di Mauro Bigonzetti, ripreso per l’occasione da Roberto Zamorano con la supervisione finale dello stesso coreografo. All’energica freschezza dei giovani interpreti ben si addicono le pagine di cui si compone il lavoro. Apre una tavolata funambolica in cui i ballerini, seduti, giocano in una briosa teoria di movimenti di capo e braccia sulle note del sestetto “Questo è un nodo avviluppato” da La Cenerentola, eseguito dai Solisti dell’Accademia di perfezionamento per cantanti lirici. Si susseguono assoli, duetti e terzetti ora sinuosi ed ammalianti ora esaltanti la purezza delle linee ora ricchi di prese insidiose ora espressioni di magnetica intesa. Gran finale con il pezzo disegnato sull’Ouverture de La gazza ladra dove il crescendo rossiniano trova una corrispondenza ricca di suggestioni ritmiche e giocose nei passi dei danzatori, tutti abbigliati in giacca, pantaloni e basco nero, senza distinzione di genere.
Espressione della musica di Gioachino Rossini, del suo ritmo incalzante ed insieme esatto e geometrico, ed in fondo di un dionisiaco vitalismo, Rossini cards nasce nel 2004 per Aterballetto e nel tempo ha conosciuto un notevole successo, con interpretazioni affidate a compagnie di assoluta autorevolezza. Nel 2023 Rossini cardsdiviene il punto di partenza di Rossini & Rossini, balletto che Bigonzetti crea per il Teatro dell’Opera di Roma in cui aveva militato come danzatore per oltre dieci anni.
Si chiude all’insegna della poetica suite dal balletto La strada di Mario Pistoni, su musiche di Nino Rota. Nel programma di sala che accompagnava la prima esecuzione al Piermarini nel 1966, il coreografo descrivevachiaramente la grande fascinazione che aveva esercitato su di lui la possibilità di tradurre in movimenti coreografici il soggetto del film di Fellini. Così scriveva: “Il tema aveva tutte le componenti che reputo ideali peruno spettacolo coreografico: la tramutabilità a balletto dei fatti, la credibilità dei personaggi, autentici, viviancor oggi in certe zone del sottosviluppo, la teatralità e la stimolante convivenza fra il mondo agro mafantastico del circo con quello crudo e realistico della vita, il tutto (cosa ballettisticamente più qualificante) impregnato di poesia, di azioni e reazioni semplici e genuine. Poteva nascere un lavoro dalle caratteristiche nuove, moderne, privo dei soliti svolazzi pseudoestetici o romantici che erano serviti in genere da supporto o pretesto per troppi balletti, inevitabilmente evasivi, del passato”.
Altri importanti impegni attendono i ballerini prima della pausa estiva: dal 15 al 18 maggio saranno al Teatro Strehler di Milano e il 28 giugno inaugureranno al Teatro Carlo Felice di Genova il Nervi International Ballet Festival diretto per la prima volta da Jacopo Bellussi. Si esibiranno ne La fille mal gardée, balletto settecentesco portato al successo in Scala nel 2023 nella versione coreografica di Frédéric Olivieri. Il 7 giugno si terrà l’esame finale con la consegna del diploma per gli allievi dell’ultimo anno per i quali si apriranno presto le porte dei teatri e delle compagnie di ballo più prestigiose.