Venerdì 30 agosto, inizia l’ultimo fine settimana di B.Motion al Festival Operaestate di Bassano del Grappa
A B.MOTION IL CORPO RINUNCIA ALLA GRAVITA’, DIVENTA PAESAGGIO E CERCA IL PROPRIO POSTO NEL TEMPO!
B.motion entra negli ultimi tre giorni dedicati ai temi del femminile e della società contemporanea, con tre differenti declinazioni: dalla ricerca della gravità nella coreografia di Marina Donatone, al racconto della generazione della diaspora della compagnia Corps Citoyen, all’esposizione del corpo nella coreografia di Elena Antoniou allo sguardo dello spettatore.
Gli spettacoli iniziano alle 18.00 al CSC San Bonaventura con Lower di Marina Donatone. Lower è un esercizio di inclinazione, una rinuncia alla postura verticale in favore di altre possibili gravità. Una ricerca che tenta di tracciare uno spazio di azione all’interno di un sistema mobile e non predefinito, in cui il movimento si produce a partire dall’ambiente e dalle forze che lo attraversano. La performer in scena Ilaria Quaglia è un corpo in grado di ricevere, flettersi, deformarsi, addensarsi, che rinuncia alla postura verticale e sfugge alla comprensione, per poi ritrovarsi, guardarsi indietro e sorridere dell’essere già altrove.
Marina Donatone, danzatrice e coreografa, nasce a Roma nel 1993 e si forma presso la Budapest Contemporary Dance Academy. In qualità di danzatrice ha lavorato in Italia e all’estero con artisti e coreografi tra cui Virgilio Sieni, Jacopo Miliani e Csaba Molnár. Come autrice è stata sostenuta da realtà tra cui Mattatoio di Roma, Lavanderia a Vapore, Santarcangelo Festival, Teatro India – Teatro di Roma, Sín Arts Culture Centre Budapest, Short Theatre. Dal 2020 cura i progetti di formazione e conduce laboratori di movimento per bambin_ al Mattatoio di Roma.
Marina Donatone, danzatrice e coreografa, nasce a Roma nel 1993 e si forma presso la Budapest Contemporary Dance Academy. In qualità di danzatrice ha lavorato in Italia e all’estero con artisti e coreografi tra cui Virgilio Sieni, Jacopo Miliani e Csaba Molnár. Come autrice è stata sostenuta da realtà tra cui Mattatoio di Roma, Lavanderia a Vapore, Santarcangelo Festival, Teatro India – Teatro di Roma, Sín Arts Culture Centre Budapest, Short Theatre. Dal 2020 cura i progetti di formazione e conduce laboratori di movimento per bambin_ al Mattatoio di Roma.
Segue alle 20.00 in Chiesa San Giovanni la prima nazionale Barrani del collettivo Corps Citoyen, che dopo la residenza di marzo al CSC, torna a Bassano per debuttare con il nuovo lavoro. Barrani, in tunisino, è lo straniero, letteralmente “colui che viene da fuori” (el barra), colui che ha intrapreso il viaggio verso l’Europa. Questo lavoro di ricerca è dedicato alla generazione della diaspora, cittadini europei non nativi: un’interrogazione, individuale e collettiva, sulla partenza e sull’arrivo, sul desiderio e sui suoi limiti, sul qui da costruire e sul là come memoria, un presente nostalgico e un futuro pensato come ritorno al passato. Barrani è una performance-concerto, di Anna Serlenga con Rabii Brahim e Manuel D’Onofri, in cui la danza, la parola poetica e la ricerca sonora permettono una nuova scrittura del sé, tra presente, passato e futuro.
Corps Citoyen sono artist associat di BASE. È un collettivo artistico basato tra Tunisi e Milano che si muove tra la performance, il teatro, la ricerca sociale ed antropologica, il video-documentario, l’animazione e la scrittura per narrare il contemporaneo e creare uno spazio di resistenza creativa e politica. Dal 2020 il collettivo fonda Milano Mediterranea, centro d’arte partecipata a Milano. L’obiettivo del gruppo è quello di rafforzare i valori della cittadinanza attraverso la pratica artistica, la formazione, la ricerca e la partecipazione attiva della società civile al fine di promuovere un cambiamento politico e sociale.
Conclude la programmazione giornaliera alle 21.30 al Teatro Remondini, l’artista greca Elena Antoniou con Landscape. In questo lavoro, sostenuto dalla prestigiosa Fondazione Onassis di Atene, la coreografa e danzatrice greca rivela senza filtri le sue esperienze personali come una sorta di paesaggio collettivo e sovraespone il suo corpo, invitando e provocando abilmente lo sguardo dello spettatore. Come afferma il poeta Charles Wright “Tutti i paesaggi sono autobiografici”. E in Landscape è il corpo di Elena Antoniou a diventare paesaggio. In realtà sono gli sguardi degli spettatori e la vicinanza o la distanza da cui scelgono di osservare il corpo/spettacolo di Elena Antoniou gli elementi che completano il lavoro.
La coreografa e danzatrice greca rivela senza remore le sue esperienze personali come un paesaggio collettivo. Sovraespone gioiosamente il corpo femminile e sfida il perimetro della rappresentazione, invitando e provocando abilmente lo sguardo dello spettatore. Sollecita lo spazio affinché il corpo politico possa mostrarsi nel suo essere profondamente traumatizzato ma anche sfacciatamente sessuale.