L’étoile Patrick Dupond, 61, si è spento oggi a Parigi stroncato da una breve malattia.
“Patrick Dupond è partito questa mattina per ballare con le stelle”, ha dichiarato sua collaboratrice Leïla Da Rocha.
Entrato nel 1970 all’età di 11 anni alla scuola dell’Opéra di Parigi, si fa presto notare per le doti eccezionali ed un carattere dalla personalità spesso insolente, che fatica ad adeguarsi alle dure regole della grande scuola di danza parigina.
Cinque anni dopo, durante l’esame per passare ufficialmente nel corpo di ballo, è nominato direttamente Premier Danseur (primo ballerino). L’anno seguente vince la medaglia d’oro a Varna come “migliore ballerino del mondo”.
La grande espressività unita ad un raro virtuosismo esecutivo attireranno i più grandi coreografi da Rudolf Nureyev, Alvin Ailey fino a Maurice Béjart. Nominato Danseur étoile nel 1980, balla conle più grandi ballerine del momento: Noëlla Pontois, Monique Loudières, Françoise Legrée, Sylvie Guillem, Isabelle Guérin, Marie-Claude Pietragalla.
La sua carriera non si ferma a l’Opéra de Paris giacché nel 1988 è direttore Artistico del Ballet de Nancy.
Tre anni dopo Pierre Bergé lo nomina a l’età di soli 31 anni direttore del Ballet de l’Opéra National de Paris: sarà un’esperienza meravigliosa ma al contempo faticosissima poiché dirigerà la compagnia continuando a ballare.
Le sue apparizioni sulle scene internazionali furono tutte trionfali grazie al suo magnetismo innato doppiato da una generosità incomparabile.
Oltre ad aver ballato praticamente ovunque, ha danzato in molti film tra i quali “Dancing Machine” con Alain Delon che di lui dirà: “E’ un uomo dalla grande umiltà e professionalità”.
Ha creato il gruppo Dupond et ses Stars col quale girerà il mondo per oltre 10 anni insieme a Sylvie Guillem, Monique Loudpères, Dominique Khalfouni, Manuel Legris, Laurent Hilaire e la pianista direttore d’orchestra Elizabeth Cooper.
Patrick Dupond era così dotato, così sicuro di se e della sua tecnica, che spesso entrava in scena senza aver fatto un minimo di “pliés”( gli esercizi di riscaldamento). D’altronde anche Rudolf Nureyev disse di lui :”“quel ragazzo ha del genio”.
Isabelle Guérin racconta che quando ancora era “sujet” lo stava aspettando a Biarriz per provare prima di uno spettacolo ma Patrick perse l’aereo e arrivando stanco e con diverse ore di ritardo se ne andò a dormire. L’indomani l’Étoile si presentò direttamente in scena suggerendo sottovoce alla povera ballerina il susseguirsi dei passi. Lui era così ed era amato (e a volte odiato) per il suo modo di comportarsi imprevedibile.
Spassosa è la sua autobiografia “Étoile“, scritta all’indomani del suo grave incidente automobilistico (che lo costrinse quasi a lasciare le scene per sempre), dove racconta, tra i vari aneddoti, di aver dato fuoco allo chalet di Maurice Béjart per essersi addormentato con una sigaretta accesa.
Ballerino funambolesco e carismatico ha fatto girare la testa alle ragazze della mia generazione. Il suo spirito ribelle ed estroso traspariva in scena. Si definiva un “insaziabile, un assetato di vita, un attore che balla poiché la sola etichetta di ballerino non basta.”
Patrick Dupond è stata la più grande star francese della su generazione. Vederlo ballare ha significato ricevere in cambio tanta giovialità ed energia.