La compagnia francese a Modena con i capolavori di Igor Stravinsky
Va in scena il 9 marzo alle 20.30, per la rassegna di danza al Teatro Comunale di Modena, Serata Stravinsky del Malandain Ballet Biarritz. In programma, due capolavori che il compositore russo scrisse per il balletto ai primi del Novecento e da allora entrati nella storia della danza: L’Uccello di fuoco, che si vedrà nella coreografia di Thierry Malandain, fondatore della compagnia, e La Sagra della Primavera nella versione di Martin Harriague. Lo spettacolo è frutto di una coproduzione internazionale che vede partecipi, fra altre importanti istituzioni, il Chaillot-Théâtre national de la Danse di Parigi, l’Opéra de Reims e il Festival de Danse de Cannes – Côte d’Azur.
Il Malandain Ballet Biarritz è stato inaugurato nel 1998 ed è uno dei diciannove centri coreografici esistenti in Francia. Ha sede presso l’antica Gare du Midi della città di Biarritz ed ha un organico di ventidue danzatori permanenti provenienti da una formazione accademica classica. Oggi il Balletto fa parte del gruppo di compagnie con maggior numero di spettatori in Europa, oltre cento mila a stagione presentando oltre cento spettacoli, dei quali un terzo all’estero. Thierry Malandain è autore di oltre ottanta coreografie e continua a creare un repertorio coerente, profondamente legato al balletto di tradizione classica. La sua danza si distingue per un’attenzione alla dimensione corporea, alla sua potenza, al virtuosismo, alla sua umanità e sensualità. La sua ricerca estetica ha prodotto uno stile atemporale e sobrio. La sua ricchezza attinge sia dalla storia che da una visione rinnovata della danza accademica: i suoi danzatori provengono da una formazione classica che il lavoro con il coreografo rendono attuale. «La mia cultura è quella del balletto classico – spiega Malandain – al quale resto legato senza ripensamenti. Pur riconoscendo che i codici artistici e sociali sono di un’altra epoca, penso che questa materia ereditata da quattro secoli di storia doni ai danzatori risorse e materiale inestimabile. Allora mi diverto diventando classico per qualcuno, contemporaneo per altri, alla ricerca semplicemente della danza che amo. Una danza che non lasci solo la traccia del piacere, ma che si riallacci anche all’essenza del sacro come risposta alle difficoltà dell’essere».