Ieri sera, incredibilmente, tra migliaia di tweet inviati al Royal Opera House è comparso sugli schermi il mio:
@MarinaZaniboni1 #ROHanastasia very interesting subject and very challenging for the principal ballerina. Ciao from Milan
attendevo di vedere il secondo e terzo atto prima di dare un giudizio su questo balletto che possiamo definire essere un capolavoro del coreografo MacMillan.
Anastasia è un ruolo difficile sia dal punto di vista tecnico che espressivo poiché la protagonista passa in tre atti dalla fanciullezza spensierata dove la si vede felice con la famiglia, alla maturità ed il debutto in società fino alla pazzia. Nel ruolo di Anastasia, Natalia Osipova: prima ballerina russa ad interpretare magnificamente questo ruolo. Gaia e morbida nelle movenze del periodo della giovinezza; lo sguardo perso, allucinato accompagnato da movimenti incerti, tremolanti, a scatti quando rinchiusa nel manicomio. Bellissima la scenografia di Bob Crowley che passa dall’ambientazione su un transatlantico come simbolo della famiglia reale che sta per andare alla deriva, al salone da ballo con enormi candelabri storti, anche questi a presagire il peggio, fino alla stanza vuota del manicomio con solo un letto in ferro. Qui Anna Anderson (la persona realmente esistita da cui MacMillan ha preso spunto), ha le sue allucinazioni e crede di essere Anastasia, la figlia più giovane dello zar Nicola II e la sola sopravvissuta del massacro Romanov.
McMillan è geniale nel raccontare il tema della memoria e la crisi di un’identità lavorando sulla musica di Tchaikovsky per i primi due atti abbandonandolo, poi, per Martinū nella stanza del manicomio, per dare più drammaticità ai movimenti della ballerina. Da notare anche l’inteso ed
_____________________________________________________________
McMillan è geniale nel raccontare il tema della memoria e la crisi di un’identità lavorando sulla musica di Tchaikovsky per i primi due atti abbandonandolo, poi, per Martinū nella stanza del manicomio, per dare più drammaticità ai movimenti della ballerina.
_____________________________________________________________
_____________________________________________________________
McMillan è geniale nel raccontare il tema della memoria e la crisi di un’identità lavorando sulla musica di Tchaikovsky per i primi due atti abbandonandolo, poi, per Martinū nella stanza del manicomio, per dare più drammaticità ai movimenti della ballerina.
_____________________________________________________________
impegnativo passo a due dell’amante dello zar Mathilde Kschessinska e del suo partner ballato alla perfezione da Marinela Nunez e Federico Bonelli.
Il bello di vedere un balletto al cinema distribuito dalla Nexo Digital? Essere anche spettatori da dietro le quinte, e ieri sera, questa diretta ci ha regalato un inaspettato faccia a faccia tra le due stelle passate del Royal: Darcey Bussell, in qualità di presentatrice del programma, e Viviana Durante chiamata a trasmettere la sua esperienza alla Osipova.
Una chicca captata dalla telecamera? Nei palchi c’era chi aveva una flute in mano. Perché non pensarlo anche da noi?