Da teatro a dancing: il palcoscenico del Teatro Roberto de Silva si trasforma in una originale sala da ballo per portare gli spettatori in scena a festeggiare l’inizio del nuovo anno tra musica, danze e brindisi.
Come trascorrere l’ultimo dell’anno? Ballando naturalmente!
Il palcoscenico del teatro si trasforma in una vera e propria originale sala da ballo per Dancing Bruno, prodotto da Sanpapié e Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse: uno spettacolo danzante, un’imperdibile esperienza partecipata per portare gli spettatori in scena per salutare la fine e festeggiare il nuovo anno tra musica, danza e brindisi.
Per il 31 dicembre il Teatro Roberto de Silva offre l’occasione di vivere il Capodanno in un modo nuovo con una serata coinvolgente, in cui il pubblico sarà invitato sul palco a ballare con la compagnia e a diventare protagonista. Compresi nel biglietto spumante e panettone con crema di mascarpone per salutare il 2023 e continuare a danzare oltre mezzanotte, ripercorrendo i balli in voga nei diversi decenni del secolo scorso.
Il teatro si trasformerà per una sera, la più pazza dell’anno come vuole la tradizione, diventando un vero dancing con un bar a disposizione degli spettatori.
Una cavalcata nel ballo popolare tra inizio 900 e i primi anni 70, aggrappati alla sella dei cambiamenti sociali e politici che hanno trasformato il nostro modo di vivere gli spazi, le relazioni, i ruoli e i passi in comune.
Dancing Bruno è un’esperienza partecipata dove pubblico e performer si fondono in uno stesso gioco, creando uno spazio surreale in cui il tempo si sospende tra note e sudori in un fare organico di gente che balla. Non c’è l’orchestra, ma un superstite strumento solitario che dialoga con i nuovi suoni dell’elettronica, destinati a soppiantare tragicamente le band. La danza contemporanea, in intermittenti interventi che punteggiano la serata, si fa portavoce di episodi e aperture poetiche su contraddizioni e fragilità umane che conferiscono al “popolare” il ruolo di rito collettivo in perenne riscrittura, sempre capace di risuonare in modo trasversale ed inclusivo. Quello che viene spontaneo domandarsi è cosa sia un dancing e soprattutto chi sia Bruno.
Alla prima domanda la risposta viene apparentemente facile: un dancing è una sala da ballo prima che venga chiamata discoteca e dopo aver perso la definizione di balera.
E Bruno? Chi è Bruno?
È anche lui un’idea clandestina: quella di un teatro dove non c’è barriera tra pubblico e palco, il ricettacolo segreto e intimo di un universo popolare in cui affondiamo le radici, il custode di un mondo che non si perde mai del tutto ma si trasforma… è il palo che ci avverte quando siamo in pericolo, per darci il tempo di spostarci altrove, per rinascere cambiati, contaminati… è qualcuno che tutti abbiamo conosciuto, all’angolo qualunque, tra due strade qualunque, che ci ricorda chi siamo, chi siamo stati, chi potremmo essere… è una domanda senza la fretta della risposta e l’eccitazione della scoperta… Bruno è la parola segreta, è il ricordo che ci si porta dentro da sempre, in grado di rinnovarsi ad ogni generazione.