In occasione dell’apertura della Stagione di Danza 2024 del Teatro Regio di Parma, il CCN/Aterballetto ha presentato ieri sera un trittico di creazioni, tra cui la prima assoluta di Rhapsody in Blue, firmata da Iratxe Ansa e Igor Bacovich, scene e costumi di Fabio Cherstich.
In apertura di serata Yeled dell’israeliano Eya Dadon, una coreografia sofisticata, volutamente ritmata su molteplici pliés e camminamenti veloci che ricordano i desideri e le richieste impellenti dei bambini, che mette quindi l’accento sui momenti di passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Segue, in prima assoluta, la nuova produzione per Aterballetto Rhapsody in Blue di George Gershwin firmata dai coreografi Iratxe Ansa e Igor Bacovich che hanno avuto sul capolavoro musicale questo pensiero:
“Pensiamo che ogni grande comunicatore sia tale solo se riesce trovare senso e appartenenza anche fuori dal proprio contesto sociale e culturale, pensiamo a Bob Marley che ha portato il suo messaggio ovunque, in maniera accessibile e universale. Gershwin in questo è un maestro, e per onorarlo vorremmo farlo uscire dalla New York degli anni Venti. La rapsodia per forza di cose detterà il lavoro coreografico, i cambi allegri, frizzanti con cui giocare sono fantastici. In più Gershwin è stato affrontato da tanti coreografi americani, ma quasi da nessun europeo, potremmo dare una lettura diversa. Nel 2024 poi la composizione compie 100 anni… ¿Cómo le damos vuelta? Dovrà essere un nuovo universo…
Sullo sfondo di una grande luna illuminata un gruppo raccolto di ballerini si muove dolcemente accompagnato dalla melodia e dalle parole malinconiche di Beggin’ the blues della cantante Bessie Jones; in primo piano una coppia danza l’amore per il blues. La canzone finisce e sulla musica di Gershwin i 16 ballerini dell’Aterballetto si scatenano in quello che potremmo definire una urban dance arrichita da evidenti espressioni facciali marcate che mostra sicuramente l’intento dei coreografi di portare ai giorni nostri ciò che nacque a New York a fine anni ‘20. Una coreografia piacevole e fresca, molto apprezzata dal pubblico, che però non apporta nulla di innovativo dal punto di vista del frasario coreografico, ma forse è proprio questo il desiderio degli autori: lasciarsi trasportare dal capolavoro musicale di Gershwing creando un lavoro “meno americano”, meno identificabile, che abbia un movimento più universale, più vicino alla generazione dei giovani di oggi.
La serata si è chiusa con Secus di Ohad Naharin, una coreografia caleidoscopica su diversi brani musicali che vanno dalle melodie indiane di Kaho Naa Pyar Hai, a quelle di Chari Chari passando per Seefeel, alle armonie risonanti dei Beach Boys. La coreografia ed i movimenti dei ballerini ben riflettono questo mix di musiche con movimenti sinuosi, sincopati, fermi, veloci, con intrecci, torsioni e pose stravaganti, movenze sorprendenti ed allo stesso tempo sempre nuove e poco ripetitive, tanto da lasciare il senso allo spettatore di voler fermare il tempo per tornare indietro, per poter rivedere alcune di esse.
Tutte le creazioni sono state molto applaudite dalla sala di un Teatro Regio gremito a conferma di un Aterballetto in forma e di un trittico ben assortito e molto apprezzato dal vasto pubblico.
22-23 Febbraio h 20.30 Reggio Emilia– Fonderia
10 Marzo h 19.00 San Sebastian (SP) – Teatro Victoria Eugenia
16 Aprile h 20.30 Modena – Teatro Comunale Pavarotti Freni