È tempo di buone notizie anche nella danza.
Dopo settimane di bollettini medici e quotidiana conta dei malati e dei morti, la curva dei contagi da Covid-19 sta rallentando ed offre un primo sospiro di sollievo.
Anche dal mondo della danza possiamo dire arrivano notizie rallegranti: in questi giorni, su varie testate, si susseguono le foto di Segei Polunin papà. Da qualche mese il grande ballerino e la campionessa olimpica, Elena Ilinykh, sono diventati genitori di Mir. Anche se l’evento risale a gennaio, vedere oggi le tenere foto di Polunin ed il suo neonato confortano la mente e riscaldano il cuore.
Il bad boy della danza (un’etichetta questa che non mi è mai piaciuta e che riporto solo perché la stampa l’ha sempre chiamato così) si è arreso all’amore, ma all’amore quello con la A maiuscola, l’amore che dà un senso alla vita e che dona la vita.
“C’é sempre un lato buono nelle cose ed una via d’uscita“, dichiara oggi il ballerino, a proposito del Coronavirus al Corriere della Sera. Sergei ne ha fatta di strada, da quando aveva deciso di scappare dai suoi demoni e lasciare la danza (vedi la storia di « Take me to church » con la regia di David La Chapelle e coreografia di Jade Hale-Cheistofi) fino ad oggi.
Ma io non ho mai dubitato di te, Sergei, il tuo talento, la passione e l’energia che scaturisce da ogni tuo movimento, la tua ribellione, la tua ricerca spasmodica nel cercare una tua dimensione nel mondo, ed infine la tua sensibilità ed il tuo cuore: sapevo che tutto ciò ti avrebbe condotto ad una quiete dell’animo, ad una piena consapevolezza del tuo valore non solo come artista ma come uomo.
Congrats, caro Sergei, la vita ti sorride finalmente! Aspettiamo luglio per vederti nuovamente ballare qui in Italia.
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