“Don Juan” di Aterballetto in prima regionale al TCVI, apre Danza in Rete Festival sabato 19 febbraio e domenica 20.
Si apre il sipario sulla nuova edizione di Danza in Rete Festival Vicenza – Schio, evento riconosciuto dal Ministero della Cultura fin dalla prima edizione, promosso dalla Fondazione Teatro Comunale di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Civico di Schio, che si svolgerà in varie sedi teatrali e storico-monumentali delle due città da sabato 19 febbraio a mercoledì 4 maggio 2022.
Il primo appuntamento è in programma al Teatro Comunale di Vicenza, in Sala Maggiore, una doppia data (ovviamente presente nella stagione di danza del TCVI), in prima regionale: si tratta di “Don Juan” di FND/Aterballetto, con la coreografia di Johan Inger e la musica originale di Marc Álvarez, un balletto a serata per 16 danzatori, in programma sabato 19 febbraio alle 20.45 e domenica 20 febbraio alle 18.00.
Il “Don Juan” di Inger, artista e coreografo svedese già danzatore per Jiří Kylian e Mats Ek, attualmente tra i nomi più apprezzati della sua generazione di autori, propone un ritratto inedito del personaggio, in grado riassumere le diverse anime e incarnazioni del Don Giovanni, ribaltandole in chiave psicanalitica: il grande seduttore è infatti un essere umano che ha subìto il trauma dell’abbandono della madre, nell’infanzia. E quel rifiuto lo porterà a ricercare, con l’inganno e il suo potere seduttivo, tante donne per colmare il bisogno d’amore negato dalla figura materna. Nelle molte donne sedotte e abbandonate, inconsciamente cerca lei, l’unica che abbia veramente amato. Nello spettacolo per Aterballetto “Don Juan” (viene mantenuto il nome spagnolo del Burlador de Sevilla di Tirso de Molina) è un travolgente atto unico sulla partitura originale di Marc Álvarez, creata per l’occasione, che si immerge nello spazio scenico curato da Curt Allen Wilmer, senza una precisa connotazione geografica o storica, con le luci di Fabiana Piccioli e i costumi di Bregje van Balen
L’interessante lavoro ha debuttato nell’ottobre 2020; è stato accolto con favore dalla critica e ha ricevuto il Premio Danza&Danza come miglior produzione 2020. Realizzato e prodotto dalla Fondazione Nazionale della Danza/Aterballetto (direttore artistico Gigi Cristoforetti, direttrice di compagnia Sveva Berti) si avvale di una nutrita schiera di co-produzioni: Ravenna Festival, Fondazione I Teatri di Reggio Emilia/ Festival Aperto, Fondazione Teatro Regio di Parma, Associazione Sferisterio Macerata, Festspielhaus St. Poelten, Teatro Stabile del Veneto, Fondazione Teatro Metastasio di Prato, Centro Teatrale Bresciano, Fondazione Cariverona – Circuito VivoTeatro; tra queste, quella della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza.
La coreografia di “Don Juan” nasce dal desiderio di Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico, antico ma ancora contemporaneo: la commedia originale di Tirso de Molina, la versione di Molière, l’adattamento di Bertolt Brecht e l’opera teatrale di Suzanne Lilar sono solo alcune delle fonti d’ispirazione; Inger e il drammaturgo Gregor Acuña-Pohl hanno preso in considerazione venticinque diversi testi ispirati al mito del seduttore impenitente per il lavoro. In scena ci sono tutti i personaggi della storia, da Donna Elvira a Donna Anna, da Zerlina e Masetto, con Leporello/Leo, alter ego e coscienza critica del protagonista. Questo “Don Juan” con la sua capacità di sottolineare sfumature ed emozioni dei personaggi diventa quasi una lente d’ingrandimento dei singoli caratteri, svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degliuomini e delle donne in scena, esaltando il valore narrativo della creazione in danza. Molto importante risulta la connessione con la contemporaneità, in un mondo, a tratti onirico, abitato da un personaggio che attraversa la sua solitudine, mentre sullo sfondo si fanno luce temi rilevanti, tra tutti la difficoltà del dialogo tra i generi.
Il risultato finale, nei 90 minuti dello spettacolo, è una danza ariosa, atletica, ricca di tocchi espressivi, in un contesto scenografico semplice e di effetto, con le musiche originali che fanno da commento sonoro ai diversi episodi della vicenda. Per gli interpreti questo balletto conferma un felice sodalizio con l’autore svedese (che per Aterballetto ha firmato anche il pluripremiato“Bliss” su musiche di Keith Jarrett) e si pone come “una vera sfida di resistenza psicologica alle avversità della pandemia, che si è più volte intromessa nella genesi e gestione del lavoro, sortendo però solo una reazione potente e partecipata”.