Martedì 5 e mercoledì 6 marzo alle ore 19.30 la settima edizione di FOG presenta in prima nazionale il nuovo lavoro del francese François Chaignaud, tra i protagonisti più originale della coreografia internazionale, realizzato insieme al musicista Aymeric Hainaux: Mirlitons è una performance che dà vita a una potente alchimia fisica e musicale nella quale suono, voce e ritmo si combinano fino a raggiungere un’intensità unica.
Dopo il debutto a ottobre al Festival d’Automne di Parigi, arriva in Italia per la prima volta grazie a FOG il nuovo spettacolo di François Chaignaud, tra i protagonisti più geniali e irriverenti della coreografia internazionale.
Mirlitons è una performance che nasce come incontro tra due voci e due corpi: da una parte quello di Chaignaud, straordinario interprete e maestro del crossdressing, dall’altro quello del musicista Aymeric Hainaux, beatboxer e musicista che mescola sapientemente nella sua pratica ritornelli, feedback audio e grida.
Tra il concerto, la battaglia e la pastorale, un’alchimia fisica e musicale in cui suono, voce e ritmo si combinano in un’intensità performativa inclassificabile, nella quale le corde vocali, i piedi e le braccia sono gli elementi una partitura composta dalle cadenze irregolari: un oggetto non identificato, polisemico, sonoro e del tutto inafferrabile, proprio come la parola francese dal quale lo spettacolo prende il nome, che può significare contemporaneamente un piccolo flauto, un copricapo, una moneta d’oro e un tipo di dolce.
«Ho conosciuto Aymeric nel 2010 – racconta Chaignaud – durante una delle sue performance, in cui, da solo, mobile e curvo sul suo microfono, infuriato e potente, ha imposto e stabilito un mondo unicamente attraverso l’arte del beatbox. Mi sono subito sentito vicino alla sua pratica, che cerca di trovare un corpo nel suono e nel movimento. È quello che cerco di fare attraverso i miei progetti: associando la pratica musicale e vocale alla notazione coreografica, attraverso lo sforzo e l’impegno nell’atto congiunto di cantare e danzare, cerco un’arte più totale, cerco la possibilità di invocare dimensioni spirituali inaspettate.
La pratica di Aymeric sembra mirare, pur attraverso metodi ed estetiche differenti, a quell’espressione totale. Ci siamo tenuti in contatto a distanza e a intermittenza, seguendo le nostre ricerche, fino a ritrovarci in studio nell’estate del 2020. Lì, attraverso la percussione dei miei piedi sul terreno ho cercato di confrontarmi con Aymeric: questo ci ha portato a sviluppare una musica percussiva (i tacchi contro il pavimento, le labbra contro il microfono), implacabile e ruvida. I piedi e la bocca si contrappongono, i corpi sono scolpiti e attivati da queste due estremità e si consumano in un luogo che è contemporaneamente collegato al sottosuolo e al cielo. Il nostro incontro è diventato un confronto, una competizione, un’alleanza, un rituale, che è sembrato invocare il suo antidoto, il suo lato negativo.»
In occasione dello spettacolo, lunedì 4 marzo alle ore 14.00 il Public Program di Triennale Milano propone Tra danza e beatbox, un workshop gratuito aperto a tutti (per partecipare non è richiesta nessuna specifica competenza performativa) curato da François Chaignaud e Aymeric Hainaux della durata di 3 ore: un viaggio tra danza e voce per esplorare il linguaggio performativo dei due artisti. Il workshop avrà una durata di tre ore e sarà diviso in un primo modulo tenuto da Chaignaud e in un secondo tenuto da Hainaux. Registrazioni gratuite sul sito di Triennale Milano al link: https://triennale.org/eventi/laboratorio-chaignaud-hainaux