Denuncia del capitalismo, come dichiarano gli autori, oppure autodenuncia del machismo totalitario ?
Kingdom, di Agrupación Señor Serrano, è uno spettacolo irriverente, energetico, con una interessante ricerca storica sulla dinamica del sistema consumistico all’origine del modello capitalistico.
Si può usare l’arte per analizzare o denunciare un sistema economico?
Sicuramente l’arte è un mezzo che stimola la riflessione, che offre un’opportunità di discussione e di denuncia.
Estasmos bien (ci sentiamo bene): questo è il mantra degli attori in scena. Che significa: ci illudiamo o ci auto convinciamo che sfruttando il nostro pianeta stiamo effettivamente bene con noi stessi. Siamo coscienti che i frutti del pianeta, le banane che tanto ci appagano e che abbiamo visto in scena a vagonate, siano inesauribili? A ben vedere il capitalismo soddisfa un istinto primordiale che è quello di consumare provando uno squisito piacere. Sicuri che sia una tematica superata?
Che sia invece tutta colpa del maschio? Dopotutto non ho visto donne in palcoscenico, anzi, la scena è stata, per così dire, rinvigorita sul finale con ulteriori maschi dal fisico atletico e culturisti, quasi a denunciare l’annientamento del genere sull’umanità.
Dunque l’arte è riflessione, in fondo l’intento è quello di stimolare e solleticare i diversi punti di vista. Se poi il godimento è univoco, come si avvertiva ieri sera tra gli spettatori in sala, la compagnia di Alex Serrano può solo credere di aver fatto un buon lavoro. Anzi, questo spettacolo, spassoso e originale nel mescolare in maniera falsamente confusionale elettronica, media, performer e danzatori, oserei chiamarlo capolavoro.
Fino al 24 maggio http://www.triennale.org