“Serata Quattro Coreografi” al Teatro alla Scala
Era da settembre che gli affezionati del balletto non vedevano uno spettacolo dal vivo. Lunghi mesi per il pubblico senza poter entrare in sala ma quantomeno “coccolato” a distanza con belle produzioni streaming ed in televisione.
“Oggi è un giorno di luce dopo tanti mesi di lavoro difficoltoso dove abbiamo visto cambiare le programmazioni parecchie volte” esordia Manuel Legris, Direttore del corpo di ballo.
In scena il 9,10 e 11 di giugno “Serata Quattro Coreografi”, un programma che porta le firme di Manuel Legris, András Lukás, Jirí Bubeníček e Alexei Ratmansky. “Sono coreografi talentosi, prosegue Legris, che nonostante arrivino tutti da una solida esperienza classica, sono molto diversi tra loro.”
La prima creazione di Manuel Legris per il Balletto della Scala, Verdi Suite, venne concepita per l’evento dello scorso dicembre “…a riveder le stelle”, in un periodo dove bisognava limitare il contatto tra i ballerini. Per questa nuova serata il coreografo ha ampliato il suo lavoro utilizzando. sulle musiche di Giuseppe Verdi, la forza dell’intero corpo di ballo con l’obiettivo di mettere in risalto la bellezza della danza sfruttando le qualità tecniche dei ballerini della Scala.
Nel 2017 András Lukács aveva creato Movements to Stravinsky per i suoi colleghi danzatori del Wiener Stattsballett su una scelta di brani da Pulcinella Suite, Les Cinq Doigts, Apollon Musagète, Suite Italienne. Il coreografo dichiara che è stata la musica di Pulcinella ha coinvolgerlo e fare sì che poi tutti i brani “calzassero tra loro come un guanto. Nonostante io abbia utilizzato diversi pezzi molto differenti tra loro sono riuscito a mischiare movimenti contemporanei con altri più classici sulle punte, ma che funzionano.” I costumi sono firmati dallo stesso coreografo.
Per la prima volta arriva alla Scala la danza d’autore di Jiří Bubeníček, coreografo richiestissimo di grande qualità linguistica e stilistica e tra i più acclamati interpreti delle ultime generazioni, in numerose compagnie prima fra tutte l’Hamburg Ballett dove è stato uno degli interpreti prediletti di John Neumeier Il balletto scaligero porta in scena Canon in D Major, uno dei momenti più intensi del balletto Le souffle de l’esprit, celeberrimo trio maschile che si sviluppa sul Canone in re magg. di Johann Pachelbel, protagonista dei gala in tutto il mondo ma mai presentato sul nostro palcoscenico. Questa coreografia è frutto dell’esperienza personale di Bubeníček che non è riuscito a salutare la nonna alla quale era molto legato prima della sua scomparsa. Il trio maschile è rappresentato da 3 angeli che celebrano la vita, l’amore ed il mistero della morte.
Infine Alexei Ratmansky porta in scena Concerto DSCH, un pezzo già visto alla Scala e seguito in prima battuta dal maitre de ballet Laura Contaldi. Per l’autore questo balletto rappresenta, come all’epoca della composizione del Concerto No. 2 in fa magg. Op. 102 di Dmitrij Šostakovič, ispirata alla fine dell’epoca staliniana, in un certo qual modo il periodo che stiamo vivendo proprio ora ovvero di rinascita , speranza e gioia dopo la pandemia. Il coreografo precisa che a sua volta lui ha tratto inspirazione dal balletto “Les Flames de Paris” montato all’epoca quando era direttore di compagnia al Bolshoi, e dalle coreografie di Balanchine per il New York City Ballet, tutte ricche di energia e purismo tecnico.