In Italia, teoricamente, solo il diploma rilasciato dall’Accademia Nazionale di Danza certifica pienamente la preparazione di danzatori ed insegnanti dandone un riconoscimento nazionale. Ma si sa: in base all’art. 33 della nostra Costituzione che dice che ” l’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”; dunque chiunque può aprire una scuola di danza ed insegnare dunque questa disciplina artistica. Alcune regioni hanno anche tentato di inserire delle limitazioni che però non hanno inficiato il proliferare di queste scuole, spesso di qualità scadente.
Da luglio però partirà il cosiddetto “primo corso di Maestro di danza” riconosciuto dalla Regione Emilia Romagna. Riportiamo fedelmente quanto scritto sul sito dell’Istituto per lo sviluppo del commercio e del turismo di questa regione : “organizzato dal Centro Studi “La Torre” insieme a Iscom E.R. sede di Ravenna, volto alla formazione di figure professionali in grado di progettare e condurre lezioni di danza classica, moderna e contemporanea, graduando gli obiettivi didattici in relazione alle caratteristiche psico-fisiche degli allievi. Si tratta di un importante traguardo in quanto, per la prima volta in Italia, un corso riconosciuto a livello giuridico conferisce una prestigiosa qualifica che apre nuove prospettive professionali (…) interamente finanziato con risorse del Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia Romagna (delibera di Giunta Regionale n. 33 del 23/01/2017).
Durata: 500 ore (300 di aula e 200 di stage).”
Ma davvero c’è bisogno che ci sia un corso per maestro di danza certificato dalla regione? Chi vogliamo rassicurare? I genitori che manderanno a scuola di danza il figlio dal maestro certificato? Vogliamo fare finta di creare nuovi posti di lavoro?
Mentre le compagnie di ballo del nostro paese vanno via a via scomparendo c’è chi ottiene le risorse per progetti improbabili a testimonianza che questo è un mondo piccino dove non si riesce ancora a lavorare per il bene comune e ad elevare quest’arte al pari di tutte le altre.