Al Teatro Carcano di Milano da mercoledì 29 gennaio a domenica 2 febbraio 2020 il Balletto di Roma presenta IO, DON CHISCIOTTE.
La nuova produzione del Balletto di Roma, che nel 2020 festeggia i 60 anni dalla fondazione, è affidata al suo coreografo di punta, Fabrizio Monteverde, tra i più apprezzati ed applauditi d’Italia.
Monteverde mette in scena il capolavoro di Cervantes disegnando un Don Chisciotte che incarna la confusione degli opposti, sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali e azioni assurde, temerarie. Una figura di bizzarro e pazzo cavaliere, elemento disturbante e artefice del caos, la cui lotta contro i mulini a vento diventa metafora di una ricerca di identità.
Sempre in bilico tra intenzioni logiche, razionali, ben espresse e azioni assurde, temerarie, Don Chisciotte, con il suo sguardo strabico sulla realtà, conquista la gloria attraverso avventure sconnesse e poco calcolate, imponendo la propria illusione sulla realtà con eroico sprezzo del ridicolo: elemento disturbante e artefice del caos, in fondo ci dimostra che ogni cosa, ogni persona è sempre altro da quello che dice di essere. L’errore è verità e la verità è errore in una società che, soprattutto per un Don Chisciotte poeta, folle, mendicante come quello immaginato da Monteverde, è alla rovescia. Il mondo, del resto – così come la scena – è sempre diverso in base al punto di vista da cui lo guardiamo e la verità si manifesta solo nella libertà di muoversi al suo interno, una libertà incondizionata che testimonia l’inseguimento di un sogno, la ricerca del proprio io bambino, il desiderio infinito di amare.
Fabrizio Monteverde, dopo il Il Lago dei Cigni ovvero il Canto del 2014 dichiarò che questo sarebbe stato il suo ultimo lavoro coreografico e che si sarebbe ritirato dalla scena per vivere a Cuba, luogo in cui trovare una nuova dimensione umana e artistica ispiratrice. Così è stato, ma questo Don Chisciotte bizzarro, pazzo cavaliere animato dall’idea di combattere per una giusta causa, lo ha felicemente riportato a far danzare quei valori umani e artistici rappresentati da un protagonista che grottescamente contrasta i privilegi, spesso sordi e ben ovattati, imperscrutabili.
Io, Don Chisciotte, rappresenta la rivincita del senso “individuale” contro il dominio dell’astratta “universalità” delle leggi umane: una lotta contro i mulini a vento che diventa metafora della ricerca di un’identità, di quella persa dell’uomo fuori dal tempo, guerriero che combatte una guerra già finita e che si è smarrito nella pazzia dell’hidalgo o nell’ignoranza di Sancho Panza.
Maggiori info: http://www.teatrocarcano.com/