Roberto Bolle and friends nuovamente all’Arena di Verona.
Nello scenario mozzafiato ed unico al mondo dell’Arena di Verona è andato in scena ieri sera, nell’ambito dell’Opera Festival 2021, Roberto Bolle and friends, quarta tappa, dopo Firenze, Roma ed il festival Napa Valley, in California, del tour della star italiana della danza più acclamata al mondo.
Due serate, 2 e 3 agosto, con tutto esaurito ormai da tempo e con gli spalti gremiti come non si vedevano ormai da prima della pandemia, complici lo spettacolo all’aperto e l’obbligo per il pubblico di proteggersi con le mascherine FFp2.
Otto i pezzi selezionati tra repertorio classico e contemporaneo.
Ad aprire la serata il pas de trois interpretato da Maia Makhateli, Bakhtiyar Adamzhan e Nicola Del Freo, recentemente nominato primo ballerino del Teatro alla Scala. Tre primi ballerini provenienti da tre luoghi diversi, rispettivamente Amsterdam, Astana, Milano, uniti dalla danza briosa de Il Corsaro di Marius Petipa.
Roberto Bolle compare in scena nel passo a due di Thaïs di Roland Petit e sceglie di avere al suo fianco la veronese Agnese Di Clemente, anche lei promossa di recente e divenuta solista del Teatro alla Scala. Sulla bellissima musica di Jules Massenet la coppia interpreta il pezzo più classico dell’intera coreografia, creata, nel lontano 1986, da Roland Petit in omaggio alla grande Pavlova. La Di Clemente ha dato prova di danzare con estrema grazia abbandonandosi al susseguirsi di bellissime prese tra le braccia di un vigoroso ed evergreen Bolle.
Ai primi ballerini scaligeri Nicoletta Manni e Timofej Andrijashenko viene affidato il pas de deux dall’III Atto de Il lago dei Cigni. Coppia perfetta ed ormai consolidata da tempo per un ruolo classico che richiede un alto livello di tecnicità ed affiatamento in scena. In questa occasione si è notata una Manni aggiungere alla diagonale di piqués quel secondo in più di ritardo sulla musica che ha reso la sua interpretazione squisitamente ancora più piacevole del solito.
La scelta di proporre coreografi italiani è ormai diventata per Roberto Bolle una consuetudine molto apprezzata anche dal pubblico. Anche in TV l’étoile ha sempre affidato nuove coreografie ad autori italiani. Per questo tour estivo, quindi, Bolle danza L’Altro Casanova di Gianluca Schiavoni accanto alla ballerina scaligera Virna Toppi, acclamata dal pubblico per la bellezza delle linee e la purezza nell’esecuzione degli svariati intrecci amorosi che la coreografia richiede.
Chi non ha mai visto dal vivo le due stelle della danza francese Valentine Colasante e Paul Marque non può che rimanere pienamente soddisfatto. Il Grand Pas Classique (coreografia di Victor Gsovskij su musica di Daniel – François Auber) è un classico del repertorio dell’Opéra di Parigi. Generalmente questa coreografia è riservata alle étoiles poiché richiede, per la difficoltà degli equilibri richiesti alla ballerina e delle singole variazioni, una certa maturità artistica che immancabilmente entrambi i ballerini hanno saputo mostrare ieri sera.
A seguire rivediamo con piacere Canon in D Major di Jiři Bubeníčeke con musica di Johann Pachelbel e Otto Bubeníček, recentemente andato in scena al Teatro alla Scala . Mancava all’epoca Bolle che all’Arena insieme a Timofej Andrijashenko e Nicola Del Freo ci ha deliziato con questo trio. Il susseguirsi di movimenti fluidi e ritmati di questo lavoro esaltano la grazia del corpo maschile che vuole essere, come suole raccontare il coreografo, una piacevole raffigurazione di tre figure eteree che celebrano la bellezza della vita, l’amore ed il mistero della morte. Solitamente abituati a vedere Timofej nei ruoli di danseur noble, non si esagera col dichiarare che ieri sera ha superato se stesso lasciandosi trasportare dalla musica, padrone della scena e della sensualità di questo linguaggio contemporaneo. Lavoro molto apprezzato e ballerini lungamente applauditi dal pubblico.
Che gala sarebbe senza il virtuosismo del pas de deux del III Atto del Don Chisciotte? Liudmila Konovalova e Bakhtiyar Adamzhan hanno sicuramente dato prova di eccellenti virtuosismi nei ruoli di Kitri e Basilio.
Chiude la serata il padrone di casa, Roberto Bolle, con l’assolo di Dorian Grey di Massimiliano Volpini. Un’interpretazione del romanzo di Oscar Wilde che vede un Dorian Grey dei giorni nostri. Come spesso avviene nei suoi lavori, l’autore fa riferimento agli strumenti elettronici in uso oggi costruendo il racconto intorno all’immagine di Grey riflessa sul telefonino. Ne deriva quindi un mix accattivante tra l’immagine riflessa del ballerino, il movimento e la musica incalzante del compositore/musicista Alessandro Quarta; un crescendo di immagini, espressioni corporee che il protagonista non riesce più a controllare e che terminano in un’inevitabile frantumazione di se stesso.
Dalla maestosa Arena dal palco fin troppo gigantesco, applausi calorosi dal pubblico (eterogeneo per età e provenienza) per Roberto Bolle ed i suoi amici, messaggeri di bellezza ed eccellenze dell’arte tersicorea.