Con Cartes Blanches il coreografo e fondatore Mourad Merzouki presenta uno spettacolo per i vent’anni della compagnia
Prosegue martedì 15 marzo alle 20.30 la stagione di danza al Teatro Comunale di Modena con la compagnia francese Käfig che presenta il suo ultimo spettacolo dal titolo Cartes Blanches.
Residente al Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne, la compagnia è stata fondata da Mourad Merzouki, attuale direttore artistico e coreografo dello spettacolo. In scena i danzatori Yann Abidi, Rémi Autechaud, Kader Belmoktar, Brahim Bouchelaghem, Sabri Colin, Hafid Sour.
Mourad Merzouki è una figura di spicco del movimento hip-hop che, a partire dagli anni novanta, crea spettacoli unendo circo, arti marziali, arti plastiche, video e musica. Senza perdere di vista le radici del movimento, le sue radici sociali e geografiche, ha sdoganato la danza e la cultura hip hop dal suo contesto originario per farne un linguaggio artistico ‘totale’ perfettamente consono al palcoscenico, permettendo di aprire nuovi orizzonti e generando inediti punti di vista. Nel 2009 viene nominato alla direzione del Centre Chorégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne, carica che ricopre attualmente. Nel 2013 crea il festival Kalypso per offrire un nuovo spazio di visibilità alle diverse compagnie di hip-hop attive nell’Ile de France in parallelo al festival Karavel che si svolge nella regione di Lione.
Cartes Blanches è nato per celebrare i vent’anni della compagnia. Il titolo rimanda ai fogli bianchi, alla libertà di creare, alla possibilità di scrivere e riscrivere la storia di un incontro, di un’avventura e di un’amicizia durata vent’anni al di là delle strade poi intraprese dai singoli come coreografi e artisti indipendenti. “Questo incontro è stato vissuto come il ritrovarsi di vecchi amici e complici – spiega Merzouki – con l’idea di mettere in luce i passaggi che hanno segnato le diverse creazioni della compagnia, venti anni di incontri, di successi, di gesti, di parole. Venti anni danzati da chi è stato testimone di questa epopea”.
Nello spettacolo il coreografo ancora una volta utilizza la danza di strada con un approccio narrativo e non come forma di dimostrazione free style. Un divano, delle sedie, dei tappeti: in questa scenografia Merzouki mette in movimento istanti di vita comune e la memoria dei corpi di questi danzatori d’eccezione, che si ritrovano oggi a testimoniare la loro singolare avventura.