I ballerini del Teatro alla Scala non ci stanno e comunicano attraverso i social il loro disappunto dichiarando: “Ci avete già messo da pARTE””.
Rabbia e grande delusione da parte dei ballerini del teatro italiano più famoso al mondo dopo l’ultimo decreto governativo del 26 ottobre scorso che impone, tra le tante restrizioni e divieti, anche la chiusura dei teatri.
Appena qualche mese fa i ballerini avevano ripreso l’attività in teatro. Il protocollo da seguire era impostato in modo da non correre rischi di diffusione del virus: la compagnia di balletto divisa in 4 gruppi per la lezione del mattino, santificazione quotidiana degli ambienti, mascherine anche ballando distanziati durante le prove, tampone prima di entrare in scena.
Avevamo visto uno splendido Gala, scelto appositamente per garantire tutte le sicurezze a livello sanitario e quindi danzato per lo più da singoli o coppie di ballerini che lo sono anche nella vita privata. Seduta in platea ed indossando la mascherina per tutto il tempo dello spettacolo, non avevo nessuno davanti ne accanto a me. Come avrei potuto contagiarmi? Con lo stesso distanziamento come potrei contagiarmi oggi? Se viene approvato un protocollo sanitario di sicurezza e viene rigorosamente rispettato, perché poi perde di efficacia?
Di fatto dettare la chiusura dei teatri o delle sale cinematografiche denota, da parte di chi si consulta con il CSS e poi decide, una certa contraddizione (con lo stesso protocollo che c’era fino a ieri come potrei contagiarmi oggi?) oppure opportunismo (chiudiamo anche le sale dei cinema e dei teatri e bene o male mostriamo che si aggiungono ulteriori divieti a quelli già in atto per proteggere il cittadino). Più lunga è la lista dei divieti e più siamo sicuri di evitare il contagio? O più frequenti sono i Dpcm e più si vuole dimostrare di fare qualcosa per nascondere ciò che invece andava studiato e previsto quando non si era in una simile situazione di emergenza?
Se ci pensiamo, nessuno tiene conto delle migliaia di persone guarite che hanno le IGG positivi (anticorpi al covid) e che devono, di fatto, seguire le stesse restrizioni di chiunque altro. Sono ancora un numero troppo esiguo per raggiungere la famigerata immunità di gregge, ma almeno queste persone potrebbero obiettivamente lavorare e muoversi liberamente. Si stanno investendo miliardi per il vaccino ma contemporaneamente si scrive che gli anticorpi non durano a lungo per chi si è già contagiato: strana teoria.
Chi ci governa sembra prendere decisioni a casaccio dettate unicamente dall’emergenza gridata da alcuni virologi e dall’isteria popolare di molti ma che tutto sommato dimostrano di non avere esigenze di lavorare. Chi deve lavorare non ha paura. I numeri parlano di un virus letale per una percentuale molto bassa della popolazione; sappiamo chi sono queste persone, difendiamole allora!
I ballerini, gli artisti tutti hanno bisogno di lavorare ed hanno il compito speciale ed unico di diffondere bellezza, armonia e benessere. Senza di loro non c’è spettacolo, senza spettacolo non c’è emozione, senza emozioni ci si ammala. Riuscite a capirlo là fuori?
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