Il nuovo lavoro di Alice Topp e la nostra percezione al tempo del Coronavirus.
In questo momento tutta l’Italia è in zona arancione: ci si sposta solo per comprovate necessità quindi per motivi di salute, lavoro (anche se i nostri teatri, i cinema e molte aziende e negozi sono ormai chiusi), per acquistare beni di prima necessità. Se si è costretti ad uscire di casa bisogna stare a 1,5 m di distanza dagli altri. I ballerini, anche loro, devono stare a casa.
Questa mattina mi è arrivata una nota da parte della Australian Ballet su un nuovo lavoro della coreografa residente, Alice Topp, e subito mi sono accorta che ciò che ha attirato la mia attenzione era la foto in primo piano di due ballerini intenti ad osservare le proprie mani che volutamente si toccavano. Eh sì le mani, la causa di tutti i nostri mali. Le mani , strumento e simbolo del fare, ma anche mezzo per sentire, per toccare l’altro; la stretta di mano, simbolo del saluto, da noi, per il momento, non esiste più. Sono quelle che trasmettono il fatidico virus.
Esiste però una nuova percezione: questo nuovo status, questo modo nuovo di stare attenti gli uni dagli altri, ci permette di soffermarci su dettagli che prima sarebbero passati forse inosservati, o sicuramente, percepiti diversamente. Siamo tutti chiamati a fare sacrifici, a restare a casa ed a trovare un nuovo impegno quotidiano, ma questa nuova condizione ci costringe a porre l’attenzione in maniera diversa ed a riflettere su ciò che prima ritenevamo ovvio o ritenevamo scontato.
Logos di Alice Topp, su musica di Ludovico Einaudi, parla dei nostri demoni e di come un dolore vissuto risieda all’interno del nostro corpo e come si possa, attraverso di esso, scoprire chi realmente noi siamo.
Il mio demone oggi è Covid-19 e così mi scopro a guardare il trailer di Logos con un’altro spirito, osservando ossessivamente tutti i dettagli che riguardano i contatti tra i ballerini e capisco così che, mio malgrado, sto ascoltando di più il mio corpo, i segnali che mi manda, e cerco con questa coreografia di esorcizzare la malattia.
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