Alessandra Gaeta in scena al Teatro Kismet il 21 novembre per la rassegna di danza Esplorare 2022 diretta da Domenico Iannone
Il volo delle api danzanti di “Yellow Limbo” prosegue
Dopo l’esperienza al festival Verso Sud che lo scorso 12 novembre l’ha vista danzare in “Tracce di tracce d’acqua” a Corato, Alessandra Gaeta torna in scena il 21 novembre con un’altra delle sue produzioni, “Yellow Limbo”. Il lavoro della danzautrice pugliese è in cartellone per la rassegna “Esplorare 2022”, diretta da Domenico Iannone ed è in programma lunedì alle 21 al Teatro Kismet di Bari.
Se Verso Sud è stata occasione per presentare al pubblico, una nuova versione di “Tracce d’Acqua”, l’appuntamento al Kismet consentirà alla Gaeta di condurre ancora una volta il pubblico nel meraviglioso universo delle api con “Yellow Limbo” che sarà proposto nella sua forma integrale. <<Verso Sud è stata una bellissima esperienza di condivisione e di intreccio di lavori con le altre danzatrici presenti al festival>>, afferma la danzatrice e direttrice artistica di Factor Hill, <<un bel festival di comunità che mi ha fatto sentire a casa. Per quanto riguarda la rassegna Esplorare, “Yellow Limbo” torna in scena finalmente nella sua versione completa e più lunga>>.
Una spettacolo che dal 2019 ha calcato la scena di importanti vetrine internazionali tra cui il DAB – Danza a Bari, Maggio all’Infanzia, il Think Pink Fetsival a Milano, per citarne solo alcuni. Ed ora è in arrivo una nuova tappa, dunque, per “Yellow Limbo”, produzione di danza contemporanea di Factor Hill, firmata da Alessandra Gaeta che percorre e riflette, attraverso il movimento di corpi danzati, la vita e l’attività delle api. Api in geometriche direzioni, vibrazioni, passaggi di stadio, dalla costruzione alla perdizione, al desiderio mai esplorato fino in fondo.
Api così vicine agli esseri umani, perché comune è il volo controvento. Sono loro le protagoniste di “Yellow Limbo”, seconda parte di una trilogia che accende i riflettori sulle impollinatrici numero uno, coloro che ci nutrono, le stesse che permettono il contatto tra fiore e fiore. La visione dell’autrice rispetto a questo mondo vuole far soffermare sulla nostra presenza/assenza. Alla fine cosa facciamo quando incontriamo un’ape? La vediamo realmente? Ecco che il lavoro almeno nel suo stadio attuale è il frutto di una domanda, riusciamo a darci delle risposte concrete? Forse si o forse no, è anche questa la bellezza, restare sospesi in un limbo!