Da qualche giorno si susseguivano le voci di un aggravamento dello stato di salute di Carla Fracci; purtroppo oggi è giunta la triste notizia della sua morte.
Nata a Milano, classe 1936, Carla Fracci entrò alla scuola di ballo del Teatro alla Scala non per spiccate qualità fisiche ma perché aveva “un bel faccin” (queste le parole della direttrice di allora Ettorina Mazzuchelli).
Alunna poco interessata alla danza, rimase folgorata nel vedere ballare Margot Fonteyn che diventò da subito fonte di ispirazione e modello da seguire.
Carla Fracci visse l’epoca dove la sera spesso ci ritrovava a casa dei grandi artisti. Frequenti erano le serate trascorse a casa di Zeffirelli a parlare con gli artisti che soggiornavano nella sua città, tra cui anche la Callas.
Non molti sanno che una delle prime foto che ritraggono la grande danzatrice in costume di scena fu scattata per diletto da un giovanissimo Giorgio Armani. Lo stilista ritrasse una giovanissima Fracci sul palcoscenico del Piermarini che vestita da Cenerentola. Tale foto fu per anni quella incollata sulla sua carta di identità!
Memorabile interprete di Giselle, si esibì in tutti i più grandi teatri del mondo; portò anche la danza nei paesi più sperduti, su palcoscenici quasi improvvisati e questo, per lei, fu sempre motivo di orgoglio.
Ballò tutto il ballabile accompagnatosi a partner come Paolo Bortoluzzi, Vladimir Vassiliev, Eric Bruhn, Mario Pistoni, Gheorghe Iancu, Patrick Dupond, Mikhail Bayishnikov.
Per lei, ormai non più giovane, Béjart compose L’Heure Exquise, coreografia poco diffusa, con la quale, tra pochi giorni, si esibirà per la prima volta a Ravenna Alessandra Ferri.
Calcò per l’ultima volta il palcoscenico del suo Teatro milanese danzando l’Excelsior, ad un’età che, ahimè, non le evitò di attirarsi parecchie critiche. La sera della sua ultima esibizione, infatti, il pubblico in sala si divise tra chi avrebbe continuato ad amarla per sempre e chi si sarebbe limitato a commentare il suo inesorabile declino: c’era dunque chi scuoteva la testa e chi, dai palchi, lanciava un fiume di bigliettini che a leggerli encomiavano e salutavano un’ultima volta l’amata Étoile.
Neanche un mese fa il direttore della compagnia scaligera, Manuel Legris, la fece ritornare alla Scala per preparare le coppie di interpreti per la ripresa di Giselle (Nicoletta Manni con Timofej Andrijashenko e Martina Arduino con Claudio Coviello) con due masterclass trasmesse dai canali social del Teatro e riprese nell’ambito della docuserie “Corpo di Ballo” trasmessa su RaiPlay e Rai5.
“Per capire come ballare bisogna stancarsi e lavorare molto con la mente, con la propria memoria e quella importantissima degli altri, sopratutto con la memoria dei maestri”, diceva.
Da oggi la leggendaria ballerina non c’è più ma rimarrà per sempre con noi il ricordo di una grande danzatrice che fino alla fine dei suoi giorni ha dedicato tutta la vita a questa “affascinante, onorevole e durissima professione”.
Il Teatro alla Scala comunica che la camera ardente per Carla Fracci sarà aperta venerdì 28 maggio dalle ore 12 alle ore 18 (ultimo ingresso ore 17.30) presso il foyer del Teatro alla Scala.