Dopo due anni di assenza Les étoiles, le stelle del tradizionale Gala internazionale di danza a cura di Daniele Cipriani, sono tornate sul palco dell’Auditorium Parco della musica di Roma. Ad attenderle una sala gremita di pubblico, pronta ad applaudire prodezze e virtuosismi.
Ad aprire la prima pomeridiana di ieri Le rendez-vous di Roland Petit, piacevolissimo e macabro passo a due danzato da Eleonora Abbagnato insieme a Matthieu Ganio, entrambi stelle dell’Opéra di Parigi. Piacere doppio nel rivedere una coreografia di Petit, così poco presente nei teatri italiani, e la nostra danzatrice italiana, ormai ex del grande teatro parigino, cacare ancora per noi il palcoscenico. Splendida poi nell’interpretazione di Le Parc di Preljocaj insieme sempre a Ganio ed ai “giardinieri” dell’Opera di Roma Giovanni Castelli, Antonello Mastrangel, Alessio Rezza e Massimiliano Rizzo.
Segue Danza de los ojos verdes, una prima assoluta, danzata e coreografata dall’ormai beniamino di questo gala, Sergio Bernal su musica di Chano Domíniguez, sensuale e meraviglioso nel “zapateo” che contraddistingue questo lavoro.
La presenza di Daniil Simkin non poteva che regalare un simpatico assolo: Pacopepepluto ( coreografia Alejandro Cerrudo, musica Billy Hill, cantante Dean Martin) che mette in risalto l’espressività e la vivace elasticità che sono le caratteristiche di questo splendido ballerino dell’Opera di Berlino.
Non sono mancati i virtuosismi dove si sono alternate diverse coppie, da Ana Sophia Scheller (già New York City Ballet) e Luis Valle (Opera di Nizza) in Spartacus ed Esmeralda, a Cassandra Trenary e Calvin Royal III (entrambi dell’American Ballet Theatre) nel pas de deux di Giselle del II atto. Da segnalare i lunghi equilibri dell’étoile (sorpresa dell’ultimo minuto) Maia Makhateli (Het Nationale Ballet) insieme allo scoppiettante Daniil Simkin nel Don Chisciotte del III atto.
La prima ballerina del Royal Ballet di Londra, Fumi Kaneko, ha estasiato il pubblico romano per qualità tecniche e bellezza, in coppia con Vadim Muntagirov, a suo agio in salti e pirouettes vorticose di anche 7 giri. La coppia, che ha ballato il pas de deux sia del cigno nero che del cigno bianco, indossava i nuovi costumi ideati per l’occasione da Roberto Capucci. Splendidi ed originali tutu per la scelta di tessuto sfarzoso ed alternativo al classico tulle; forse non del tutto adatto per rigidità ed ingombro il costume del cigno nero per le prese del ballerino.
Attesissimo, in prima italiana, Touché di Christopher Rudd, ballato da Sergio Bernal per la prima volta, accanto a Calvin Royal III, uno dei due interpreti originali. Il lavoro ha debuttato l’ottobre scorso durante il gala autunnale dell’American Ballet Theatre al Lincoln Centre, New York. Si tratta della celebrazione dell’amore gay, un amore, quello descritto attraverso il movimento, che passa, dalla presa di coscienza attraverso la sofferenza ed accettazione di se. Un fraseggio coreografico studiato attraverso giochi di equilibri che si fondono in corpi armoniosi, toccante per delicatezza e sensibilità.
È mancata in programma, come precedentemente annunciato, la danza di Eleonora Abbagnato con la piccola Julia, ma forse è meglio così per la figlia d’arte che aspetta tempi più maturi per la prima esibizione davanti ad un pubblico pagante.
Tantissimi gli applausi delle tante persone in sala inebriate dalla bravura di queste étoiles e dal piacevole profumo che aleggiava in sala, creato ad hoc per i cigni di Daniele Cipriani dalla mente e dal “naso” di Laura Bosetti Tonatto.