La nuova produzione della compagnia Sanpapié porta ad Exister 2023 l’autobiografia del serial killer inglese Dennis Nilsen.
Una storia di amore e morte che diviene metafora della solitudine, dell’assenza di libertà personale, del rifiuto nei confronti del diverso.
Sabato 11 marzo (doppia replica alle 18 e alle 21) alla DanceHaus di Milano la compagnia Sanpapié presenta in prima assoluta Stand by me, all’interno della programmazione di Exister 2023, promossa da DANCEHAUSpiù – Centro Nazionale di Produzione della Danza di Milano.
Lo spettacolo vede in scena Sofia Casprini, Gioele Cosentino e Matteo Sacco su coreografie di Lara Guidetti e si ispira all’autobiografia di Dennis Nilsen, omicida seriale inglese scomparso nel 2018, che svela con dovizia di dettagli i suoi 12 omicidi tra emozioni, ragioni e rigorose ritualità. La banalità crudele della solitudine, l’assenza di libertà personale, il rifiuto, nella società inglese degli anni ‘80, nei confronti dell’omosessualità come antitesi della normalità famigliare, collocano l’orrore nella cornice della quotidianità.
Una storia di amore e morte in cui sfilano archetipi antichi e stereotipi reiterati sino a diventare maschere grottesche.
In scena, corpi e voci si articolano in una danza di specchi incrociati e immagini triplicate, tra visioni di sé e trasfigurazioni, dove frammenti di corpi e di ricordi trovano il loro posto in quello spazio vasto, e senza tempo, che è l’animo umano.
Compagnia Sanpapié
Sanpapié nasce a Milano nel 2008 da un gruppo di studenti della scuola Paolo Grassi e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’obiettivo di esplorare contaminazioni, derive, possibilità e limiti del linguaggio fisico.
Diretto da Lara Guidetti, Sanpapié è un nucleo artistico in costante apertura composto da danzatori, coreografi, attori, compositori, registi e artisti visivi che si nutre di collaborazioni progettuali e artistiche da cui scaturisce uno stile che volutamente allontana qualsiasi definizione. Le tecniche della danza classica e contemporanea si incrociano con pratiche fisiche come l’acrobatica, il ballo popolare e lo studio del teatro fisico e di parola, arrivando così a raggiungere e costruire pubblici diversi, aprire nuove direzioni per la ricerca, connettersi con stimoli nuovi e immaginare scenari possibili.