Il 13 e 14 dicembre si conclude la rassegna di danza contemporanea del Comunale di Ferrara con il capolavoro di Jan Fabre: “Attends, Attends Attends…(poi non père”.
Si conclude con una doppia serata d’eccezione la rassegna di danza contemporanea 2018 del Teatro Comunale di Ferrara. Per la prima volta nella città estense vedremo un lavoro di Jan Fabre, personalità fra le più rilevanti della scena europea.
Tra i più originali maestri degli ultimi decenni, l’artista belga si è fatto portavoce di una ricerca tesa a oltrepassare in modo provocatorio le barriere espressive del proprio tempo che ha sviluppato con estrema coerenza sia attraverso le arti visive che nel campo dell’arte scenica con lavori potenti, disturbanti, di profonda bellezza e inquietudine. Maestro indiscusso di Vim Wandekeybus, che in più occasioni gli ha reso omaggio con la forza delle sue coreografie, giovedì 13 e venerdì 14 dicembre, alle ore 21 Fabre presenta a Ferrara Attends, attends, attends… (pour mon père), pièce ispirata alla vita di Cédric Charron, performer di straordinaria potenza con cui collabora fin dal 2000.
Per lui Fabre ha plasmato nel 2014 questo assolo che la critica internazionale ha definito “tra i più intensi mai visti per forza e potenza evocativa, per poesia e capacità di trascinare il pubblico in un viaggio spirituale ed emotivo”. Uno spettacolo davvero da non perdere dunque, che vedrà in scena lo stesso Charron, che in questi anni ha portato il lavoro con successo in tutto il mondo.
Il palcoscenico, immerso in una nebbia rarefatta e sapientemente illuminata, si trasforma nel luogo irreale in cui si consuma il rituale d’addio di un figlio per il padre. In bilico tra danza, recitazione e poesia, il figlio chiede al padre di aspettare, di avere pazienza, di aprirsi al suo tempo: di prepararsi alla morte diventando di nuovo bambino. Con la sua fisicità debordante, dove ladanza è fatta ora di una gestualità esuberante e trasgressiva ora di movimenti disarticolati e scomposti, Charron scuote e cattura lo spettatore nel vortice del suo mondo interiore. Nelle parole prende corpo non solo la complessa relazione che governa il legame fra padri e figli, ma anche un confronto tra vita e morte, tra realtà e i suoi fantasmi. Così il visionario artista fiammingo riflette ancora una volta sul mistero del passaggio finale, da sempre al centro della sua ricerca.
La presenza in cartellone di questa performance sarà affiancata da due appuntamenti che contribuiranno ad approfondire la figura di Jan Fabre. Giovedì 13 dicembre alle ore 18 al Ridotto del Teatro, verrà proposto il documentario Jan Fabre. Beyond the Artist di Giulio Boato, introdotto dallo stesso regista.
Nella stessa data il critico di danza Carmelo Zapparratacondurrà, al termine della rappresentazione, una conversazione con il performer Cédric Charron.